Napoli, gli agenti di viaggio sul piede di guerra: «Noi fermi da 10 mesi,
dal 1° febbraio in piazza a oltranza»

Napoli, gli agenti di viaggio sul piede di guerra: «Noi fermi da 10 mesi, dal 1° febbraio in piazza a oltranza»
di Paola Marano
Venerdì 22 Gennaio 2021, 17:25 - Ultimo agg. 22:56
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«Dieci mesi di totale fermo fanno innervosire anche la persona più paziente al mondo. Noi il primo febbraio scenderemo in piazza, daremo fastidio alla città. Già mi scuso per questo, ma è necessario per dare dei segnali al governo. Sarà una manifestazione ripetuta settimanalmente fino a che le nostre istanze non verranno accolte». Promette battaglia la categoria delle agenzie di viaggio e dei tour operator della Campania, che attraverso le parole di Cesare Foà, presidente di  Advunite (Associazione agenti di viaggio) e di Aidit Campania (Associazione italiana distribuzione turistica) annuncia per l’inizio del mese prossimo una dimostrazione per sollecitare «il sordo silenzio istituzionale del ministro Franceschini, un silenzio imbarazzante per tutto il settore delle agenzie di viaggi». Una protesta che avrà una forma simile a quella a cui hanno dato vita i ristoratori di Napoli durante il periodo prenatalizio, quando in più di un’occasione hanno bloccato la circolazione al traffico sul lungomare di Napoli per manifestare contro le misure restrittive causate dalla pandemia.  

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Costi vivi di gestione alti a fronte di un fatturato pari a zero e di ristori promessi e in parte mai arrivati.

Una chiusura mai formalmente imposta, se non nel periodo del primo lockdown, ma nei fatti celata dietro un anno di incassi zero, dipendenti a cui garantire uno stipendio in attesa della cassa integrazione, e una completa incertezza sul futuro del settore a livello globale e sulla ripresa dei flussi turistici internazionali. E' questo il quadro che induce gli operatori del turismo a scegliere di alzare i toni delle proprie rimostranze. «In Campania si stima che circa il 25-30 per cento delle attività sia stato costretto alla chiusura», evidenzia Foà, che punta il dito contro il ritardo nell’erogazione di 625mila euro a fondo perduto stanziati dal Mibact  a favore di una parte delle 12mila agenzie di viaggio e di turismo che si contano in tutta in Italia.

«Qui ci voleva uno stato di crisi per il settore e invece si è andati avanti con piccole sovvenzioni o crediti di imposta che non hanno garantito minimamente la sopravvivenza delle nostre realtà - spiega Luca Ferrari, agente di viaggio e fondatore de «La biblioteca del viaggiatore» a Chiaia - Come cash personalmente ho avuto tra regione e governo, nell’arco ormai di 12 mesi, 4mila euro in tutto, più 3 mesi di credito di imposta, cioè possibilità di detrarre dal pagamento di tasse, ma al momento non avendo redditi non sia hanno neanche tasse da pagare».

Sul piano regionale,invece, per far fronte all’emergenza l’assessorato al Turismo guidato da Felice Casucci ha promosso una serie di tavoli di ascolto con l'obiettivo di organizzare momenti strutturati e periodici ed avviare un lavoro coordinato e continuativo con i principali attori del settore sul territorio. «Si confida anche che i contributi in conto capitale previsti dal Decreto Dirigenziale n. 386 dell’11 settembre 2020, riguardanti l’intermediazione turistica, su cui la Regione Campania ha di recente impegnato due milioni di euro – scrivono dall’assessorato - possano portare benefici rilevanti e immediati a tutto il settore».

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