Napoli, una chiesa pericolante tra le chiese del Maggio dei monumenti

Napoli, una chiesa pericolante tra le chiese del Maggio dei monumenti
di Paolo Barbuto
Domenica 28 Aprile 2019, 08:30
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Allarme nel cuore di Napoli, la chiesa dei Santi Severino e Sossio rappresenta un pericolo per passanti e turisti, bisogna intervenire in fretta su copertura, stucchi, lesene che vanno rigorosamente controllate per evitare che cedano, di schianto, sulla testa dei passanti.

Nella città fragile ogni angolo nasconde un pericolo. Sono centinaia le ordinanze a tutela della pubblica incolumità firmate dal sindaco che, con certosina costanza impone ai proprietari di edifici e strutture a rischio di effettuare lavori immediati di messa in sicurezza. Nell'ultima «ondata» di ordinanze c'è anche l'antica chiesa di largo San Marcellino, ai margini del Decumano inferiore.
 
Nel marasma della città fragile accade pure che le notizie non vengono condivise. Succede, così, che lo stesso Comune da un lato impone il divieto a «praticare le aree antistanti le facciate della chiesa interessate dai dissesti», dall'altro invita le persone a visitare proprio quella chiesa nell'ambito del Maggio dei Monumenti.
Il documento a tutela della pubblica incolumità parla chiaro: quella chiesa rappresenta un pericolo per eliminare il quale vanno eseguiti interventi ad horas perché «i dissesti rilevati costituiscono pericoli che minacciano l'incolumità pubblica» e quindi bisogna «provvedere con urgenza a eseguire le verifiche e le relative opere provvisionali al fine di eliminare il pericolo e di tutelare l'integrità fisica delle persone».

Poi c'è l'altro documento, il programma del «Maggio» napoletano secondo il quale sono previste 30 visite guidate dentro la chiesa dei Santi Severino e Sossio, quasi tutte a cura del Touring Club eccetto un paio che rientrano nell'ambito del progetto «la scuola adotta un monumento» e vengono proposte dai ragazzi del vicino istituto Elena di Savoia.

Secondo i tecnici degli uffici comunali che hanno presentato la relazione dalla quale è scaturito il provvedimento firmato da de Magistris, sulla parte sommitale della chiesa si è verificato il «distacco di lastre di ardesia», viene inoltre segnalato che l'edificio sacro «necessita di verifica dell'intonaco e di tutti gli elementi architettonici (stucchi, pietre e marmi, lesene, frontoni, statue ecc.) e tecnologici (lastre ardesia, impermeabilizzazioni, corpi illuminati ecc.) di tutte le facciate prospicienti le strade e gli spazi pubblici... al fine di eliminare il pericolo e di tutelare l'integrità fisica delle persone». Insomma, letta attraverso l'ordinanza del sindaco di Napoli, la situazione della chiesa dei Santi Severino e Sossio non sembra delle migliori. I vigili urbani che hanno preso in consegna l'ordinanza, sono andati a depositarla alla prefettura di Napoli. La chiesa, difatti, rientra fra quelli del Fondo Edifici di Culto che fa capo al Ministero dell'Interno e, sul territorio, viene gestito proprio dalle singole prefetture. Si tratta di una serie di chiese e conventi che, nella seconda metà dell'800 furono acquisite al patrimonio pubblico dopo la soppressione di numerosi enti religiosi. A Napoli, ad esempio, il fondo possiede anche la chiesa e il Monastero di Santa Chiara, San Domenico Maggiore, San Gregorio Armeno oltre a decine di altre strutture fra le quali, appunto, la chiesa dei Santi Severino e Sossio.

È il responsabile territoriale del Fec che dovrà attivarsi per la messa in sicurezza dell'edificio e sarà lui a dover mandare al Comune il certificato di eliminato pericolo. L'ordinanza è stata pubblicata venerdì scorso, i tempi per il Maggio dei Monumenti sembrano troppo stretti, forse le visite a quel gioiello rinascimentale dovranno essere rinviate. Purtroppo.
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