Napoli, l'impalcatura crollata in via Aniello Falcone era abusiva:
scaduti i permessi per l'occupazione di suolo

Per la ditta una multa da 173 euro. Verifiche su ancoraggi e operazioni di smontaggio

I lavori per lo smantellamento dell'impalcatura crollata
I lavori per lo smantellamento dell'impalcatura crollata
di Paolo Barbuto
Giovedì 19 Gennaio 2023, 00:08 - Ultimo agg. 06:27
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Il primo dei controlli scattati dopo il crollo di via Aniello Falcone, è stato effettuato sulla più banale delle documentazioni: la richiesta di occupazione di suolo. Quel controllo ha dato esito negativo: al momento del crollo la ditta che eseguiva i lavori non era in regola, occupava abusivamente quella fettina di strada sulla quale erano installati i ponteggi che il vento ha fatto schiantare al suolo.

Il controllo è stato eseguito dalla polizia municipale che ha rilevato l’ottenimento di precedenti permessi, ormai scaduti, e la presentazione di una nuova richiesta che, però, non ha ancora ottenuto il placet. Così alla ditta è stata presentata una multa. Il valore della contravvenzione è irrisorio, ammonta a poco più di 173 euro. Proprio partendo dalle occupazioni di suolo (i dettagli li leggete nella pagina seguente) si cerca di risalire al dettaglio di tutti i cantieri presenti in città per realizzare una mappa in base alla quale far partire una serie di controlli a tappeto.

Sulle cause effettive del crollo saranno solo i consulenti tecnici a fare chiarezza. C’è chi punta il dito contro le operazioni di smontaggio dell’impalcatura sospese a causa del vento, che avrebbero reso più fragile la struttura. C’è chi invita a verificare che tutti gli ancoraggi (i punti in cui i tubi innocenti vengono agganciati all’edificio) fossero eseguiti correttamente, c’è chi chiede di verificare che il tipo di ponteggio fosse adeguato alla conformazione dell’edificio. Si tratta di ipotesi sulle quali solo le indagini faranno chiarezza. Fino a quel momento non esisterà una verità, fino a prova contraria nessuno potrà puntare il dito contro eventuali errori nella gestione del ponteggio. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco Manfredi: «Si tratta di una struttura privata che, devo dire, aveva problemi di stabilità significativi.

Stanno lavorando per mettere in sicurezza». 

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Ieri mattina, sul presto, un gruppetto di operai è giunto al cantiere e ha iniziato le operazioni di rimozione della parte pericolante del ponteggio rimasta ancora i piedi. L’operazione è stata necessaria per garantire il ripristino delle condizioni di sicurezza lungo via Aniello Falcone che, da martedì mattina al momento del crollo, è rimasta vietata al traffico, creando gravi problemi alla circolazione automobilistica di tutto il Vomero. Già martedì erano stati evidenti le difficoltà nella circolazione del quartiere collinare che, senza la via diretta di collegamento con la parte bassa della città, è stato costretto a cercare percorsi alternativi.
Ieri mattina la paralisi è stata totale. Auto in colonna sia lungo le strade principali del Vomero sia in quelle secondarie. Situazione risolta solo nella serata: poco prima delle 20 il pericolo è stato definitivamente eliminato e la polizia municipale ha potuto rimuovere il divieto lasciando libero transito alle vetture. 

 

Rispetto al caos del Vomero via Aniello Falcone, vietata alle auto, ha vissuto una giornata di paradossale silenzio. Con il sottofondo del rumore lontano dello smontaggio dell’impalcatura, gli abitanti e i negozianti della strada si sono raccolti in gruppetti per commentare e, soprattutto per condividere la preoccupazione per l’altro pericolo che incombe a pochi passi dal luogo del crollo: la gru abbandonata da dieci anni in un cantiere sequestrato.
La domanda che si sono rivolti a più riprese è «perché nessuno si occupa di quel mostro di ferro che rischia di crollare?». Sta nascendo l’ipotesi della costituzione di un comitato pronto a rivolgersi alla magistratura per chiedere conto della situazione di quel cantiere sequestrato e verificare la possibilità di ottenere un breve dissequestro per la rimozione della gru: «Con il passare degli anni si sono perdute le certezze su quel sequestro - dice Paolo che pensa alla costituzione del comitato - vogliamo rimettere assieme tutti i passaggi per capire attualmente chi è il responsabile di quella gru e cosa bisogna fare per farla portare via. Con il vento ondeggia pericolosamente, non vogliamo trovarci a vivere una tragedia che sarebbe annunciata».
 

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