Napoli, le gallerie della vergogna: una chiusa, due nel caos

Napoli, le gallerie della vergogna: una chiusa, due nel caos
di Paolo Barbuto
Lunedì 1 Febbraio 2021, 23:58 - Ultimo agg. 2 Febbraio, 09:36
5 Minuti di Lettura

A Napoli esistono tre gallerie lungo la viabilità cittadina, quelle che collegano Fuorigrotta e Mergellina (la Laziale e la Quattro Giornate) e la galleria Vittoria che unisce via Acton a Chiaia. Le gallerie vennero pensate, tra la fine dell’800 e gli inizi del secolo scorso, per rendere più agile la circolazione dei veicoli; insomma, sono state progettate perché la viabilità della città ne aveva bisogno. Adesso concentratevi su quei tre tunnel determinanti per la circolazione cittadina e provate a mettervi nei panni dell’assessore alla viabilità: se una galleria è chiusa per crolli, l’assessore può permettere che un’altra galleria venga ridotta a un budello per via di lavori stradali? Ovviamente no. Perché qui a Napoli le cose o si fanno perbene oppure non si fanno per niente: così a fronte di una galleria chiusa, non solo una ma tutte e due le altre sono ridotte a strettoie impossibili in mezzo ai lavori in corso.


Si sapeva che in quel tunnel ci sarebbe stata Terna a piazzare i cavi per i nuovi elettrodotti che sostituiranno quelli antichi e garantiranno maggiore sicurezza nella diffusione della corrente ad alta tensione.

Il progetto è sul tavolo da anni, s’è fermato per via del lockdown, è ripreso secondo un cronoprogramma tutto modificato. Il fatto è che quel cantiere riduce il transito in galleria a una sola fila di automobili e la circolazione ne risente in maniera poderosa.


Ricordiamo che la galleria Laziale è quella che consente alle auto di raggiungere Mergellina da Fuorigrotta, si tratta di un percorso determinante perché l’alternativa sarebbe quella di “scalare” il Vomero, svoltare verso Posillipo e ridiscendere giù a Mergellina: una follìa viabilistica. 


Ecco perché le auto cercano di imboccare quel tunnel nonostante tutto, ed ecco perché il traffico che si genera alle spalle della galleria, invade lentamente tutto il quartiere e fa sentire i suoi ritardi anche a chilometri di distanza dall’imbuto generato dai lavori Terna. La questione in certi orari diventa seria e ingestibile perché la coda di auto che cerca di imboccare la galleria produce rallentamenti fino a piazza Italia con conseguenti difficoltà che si estendono a tutte le vie che circondano quella piazza. Un disastro di viabilità, insomma. 

Passiamo all’altro tunnel, quello che si trova alle spalle della chiesa di Piedigrotta e che viene utilizzato in direzione Fuorigrotta. Qui la situazione è addirittura paradossale perché da qualche settimana il cantiere più antico di Napoli (quello di Salita della Grotta al servizio della linea 6 della Metropolitana, inaugurato nel lontano marzo 2012 e mai più chiuso) è stato modificato e, dopo quasi nove anni di “onorato servizio”, ha peggiorato drasticamente le condizioni di viabilità.


Quel cantiere era rimasto per anni fisso sul lato destro della carreggiata: consentiva l’afflusso di due file di auto affiancate e, in qualche modo, non arrecava gravi difficoltà al traffico retrostante. Ma siccome un modo per peggiorare le cose si riesce sempre a trovare, ecco che lo spostamento sulla mano mancina ha provocato anche una modifica alla viabilità che circonda il cantiere: le auto non riescono più a passare su due file ma solo su una.

L’imbuto genera caos che si riverbera fino all’incrocio fra piazza Piedigrotta, Corso Vittorio Emanuele e via Piedigrotta. Il risultato consiste in lunghissimi momenti di paralisi che interessano le svolte regolate dai semafori: le auto non riescono a muoversi, così quando scatta il verde per le vetture che provengono dai lati opposti, si genera una gara ad occupare spazi che inevitabilmente trasforma il traffico in un ingorgo impossibile.

Arriviamo, infine, alla galleria Vittoria. Il traffico che genera ve l’abbiamo raccontato in ogni dettaglio. Abbiamo più volte anche segnalato che la doppia fila costante lungo via Santa Lucia è causa di enormi rallentamenti, ancora ieri abbiamo constatato che nessuno riesce ad impedire che le auto si sistemino in doppia fila: nonostante un grande schieramento in zona di uomini della polizia municipale, nessun vigile è stato destinato a presidiare quella strada sicché ciascuno a continuato a fare i propri comodi.


A proposito di grandi schieramenti di uomini, ieri mattina la polizia municipale ha piazzato un posto di controllo nella parte finale di via Acton, quella che risale verso via Cesario Console ed è determinante per il deflusso delle code che si creano di fronte alla galleria chiusa. Il posto di controllo prevedeva che un’auto fosse sistemata in maniera trasversale in modo da ridurre il più possibile il corretto flusso delle auto e consentire che il traffico alle spalle diventasse molto più intenso fino ad arrivare all parossismo.


Sul fronte dei lavori, per il momento, non c’è nessun tipo di svolta all’orizzonte. La Procura per consentire il dissequestro vuol vedere un progetto che elimini ogni pericolo. Quel progetto non è ancora pronto ma potrebbe esserlo a breve; non è detto, però, che soddisfi le richieste e che apra le porte a possibili lavori di ripristino. Insomma, i tempi per ritrovare aperta quella galleria si allungano a dismisura, speriamo almeno che i lavori agli altri tunnel finiscano presto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA