Allarme disturbi alimentari tra i giovanissimi che, dopo la pandemia, corrono più facilmente il rischio di soffrirne. A Napoli, nel 2023, si è registrato il triplo dei pazienti adolescenti e pre adolescenti e la città partenopea ospita il congresso nazionale Sisdca, la Società Italiana per lo studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare iniziato ieri - si concluderà il 7 novembre - al centro congressi dell’Università Federico II in via Partenope. Una tre giorni che potrebbero vedere Napoli capofila di un progetto di legge ad hoc proposto ieri da Valeria Ciarambino, Vice presidente del Consiglio regionale della Campania.
Il boom dei casi di bulimia, anoressia e di tutte le altre patologie indicate dai Dca, disturbi del comportamento alimentare, è esploso dopo la fase più acuta del Covid. Basti pensare che a dicembre 2019 i pazienti in carico all’Asl Napoli 1 Centro, diretta da Ciro Verdoliva, erano 107 ed oggi sono 303 gli assistiti. I numeri si sono triplicati ma il dato ancora più significativo riguarda le età. «Sul totale della platea, il 75% sono adolescenti e includendo la fascia dei pre adolescenti la percentuale sale all’85%» spiega Luisa Russo, direttrice del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl napoletana che sottolinea come sia ancora evidente «una maggioranza di casi al femminile e come l’età più a rischio sia quella compresa tra i 10 e i 15 anni». L’incremento dell’uso dei social e la diffusione di determinati modelli su queste piattaforme «può essere considerato un elemento che rafforza la patologia - continua Russo - ma va sottolineato che c’è sempre un problema di fondo che riguarda le emozioni e le relazioni, per questo occorre un approccio multidisciplinare».
La proposta di legge della consigliera regionale Valeria Ciarambino parte da un’analisi dettagliata dell’offerta assistenziale per i Dna, disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, che rendiconta come solo 9 regioni contemplino una rete omogenea di servizi sul territorio. La Campania, dunque, si potrebbe aggiudicare un primato con la legge illustrata ieri al congresso Sisdca e descritta da 7 articoli che comprendono «l’attivazione presso i pronto soccorso del percorso “lilla” tenuto conto che tale accesso può rappresentare una preziosa occasione per intercettare un soggetto affetto dai Dna». Nella proposta che promuove anche attività di «formazione, sensibilizzazione, prevenzione e riconoscimento» di queste patologie si dispone anche un Osservatorio epidemiologico regionale che possa fornire dati affidabili e aggiornati e l’istituzione «di un tavolo tecnico con il compito di formulare proposte alla Giunta regionale in materia Dna». Una legge, quindi, che possa offrire indicazioni operative e l’elaborazione di linee guida.