Napoli, massacrato di botte in piazza Dante: «Sono vivo per miracolo, non voglio più tornare in strada»

Napoli, massacrato di botte in piazza Dante: «Sono vivo per miracolo, non voglio più tornare in strada»
di Oscar De Simone
Lunedì 27 Maggio 2019, 11:21
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Pestato a sangue dal branco e lasciato a terra in fin di vita. Questa la storia di Eugenio che alcuni giorni fa è stato massacrato di botte in piazza Dante. Erano in sei – o forse anche di più – i ragazzini della baby gang che non hanno esitato a colpirlo più volte al volto ed alla nuca. Una violenza assurda che non lascia scampo e che si è scatenata, come racconta la vittima, all’improvviso.
 


Prima le solite minacce: «Ma che ci fai qui? Mi stai guardando? Vai via». Poi uno schiaffo ed un primo colpo alla testa. E’ in quel momento che Eugenio si accascia al suolo e viene massacrato dal resto dei membri del gruppo. Solo le urla ed il rumore degli schiaffi e dei calci, hanno spinto i gestori della pizzeria vicina, ad intervenire salvandogli la vita.

«Devo ringraziare loro”» commenta, «se oggi sono qui a raccontare questa storia. Sono stato aggredito alle spalle e ad un certo punto mi sono ritrovato al suolo, sotto i calci ed i pugni del branco. Non ricordo bene quanti fossero, forse in sei o anche di più. So solo di aver ricevuto un forte colpo alla testa che mi ha quasi fatto perdere i sensi».
Da quella sera, Eugenio si è barricato in casa e ormai non esce più con gli amici. I genitori però, Massimo ed Oksana, hanno pensato di convertire in bene il male che è stato fatto al figlio.

«Vogliamo mettere a disposizione delle vittime di violenza, un team di specialisti che siano in grado di seguirli nell’immediato. Daremo un supporto di tipo medico specialistico e psicologico, perché è difficile superare questi momenti da soli. Intanto vogliamo anche incontrare i genitori di questi ragazzi perché vogliamo capire come sia possibile che i ragazzi arrivino a commettere simili violenze. E’ inaccettabile che questa piazza continua ad essere teatro di aggressioni ed episodi simili. Oltre al nostro impegno sarà importante anche la collaborazione delle istituzioni e delle forze dell’ordine, affinché queste vicende restino solo un brutto ricordo».
 

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