«Se hanno intenzione di rimuovere anche il murales di Ugo saranno sfregiati tutti i murales di Napoli Centrale». Non si placano le polemiche sulla vicenda dei dipinti e degli altarini dedicati a personaggi della malavita. La minaccia di ritorsioni stavolta arriva dalla pagina Facebook creata per ricordare il ragazzino 15enne dei Quartieri Spagnoli freddato mentre tentava una rapina ai danni di un carabiniere fuori servizio ormai quasi un anno fa: era la notte del 29 febbraio. «Verità e giustizia per Ugo Russo» si chiama la pagina e, tra post di amici e parenti, spuntano anche alcune minacce, ritenute credibili dalle forze dell’ordine, come quella di andare a sfregiare altri murales nel caso venisse rimosso quello per Ugo in piazza Parrocchiella.
Quelle frasi arrivano dal profilo di Gennaro Mancini, una delle nove persone imputate nel processo per la devastazione all’ospedale Pellegrini la notte in cui Ugo fu ucciso. Bisogna riportare le pagine di questa brutta storia ad un anno fa: il 15enne viene colpito e arriva al pronto soccorso dove si scatena un vero e proprio assalto da parte di amici e parenti del giovane. Il bilancio sarà di oltre 10mila euro di danni per l’ospedale che quella notte fu costretto a chiudere il pronto soccorso. Per quegli episodi, grazie alle telecamere di sorveglianza, la procura di Napoli - nell’inchiesta condotta dai pm Antonella Fratello, Enrica Parascandolo e Urbano Mozzillo - ha individuato almeno nove responsabili.
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Ferma, però, l’intenzione che non sia rimosso il murales per Ugo, un caso sollevato ormai da mesi proprio dal Mattino. A riguardo si sono espressi il prefetto di Napoli Marco Valentini, il procuratore generale Luigi Riello e - in seguito - anche il Comune di Napoli che, dopo aver rimosso il murale e l’altarino di Forcella dedicati all’altro baby-rapinatore 17enne, Luigi Caiafa, ha manifestato l’intenzione di cancellare anche l’opera dedicata a Ugo Russo. Per il ragazzino dei Quartieri Spagnoli l’intenzione del Comune è creare una nuova opera «che non si presti ad interpretazioni sbagliate». L’esigenza di una famiglia di ricordare una giovane vittima, ma pure quella delle autorità di evitare che un baby-rapinatore possa diventare un modello per altri ragazzini. Una settimana fa, in seguito alla rimozione di un altarino a San Pietro a Patierno dedicato ad un pregiudicato, Benvenuto Gallo, fu sfregiato il murale dipinto da Jorit dipinto per Nino D’Angelo. Il timore è che rappresaglie simili possano essere attivate anche altrove.