Bimba ferita a Napoli, i fratelli killer buttarono via il cellulare dopo l'agguato

Bimba ferita a Napoli, i fratelli killer buttarono via il cellulare dopo l'agguato
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 13 Maggio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 14:50
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Aveva un telefono «criptato», che ha provveduto a buttare via appena ha capito di essere finito nel mirino delle indagini sul ferimento della piccola Noemi. Ha fatto appena in tempo ad uscire dalla Questura, domenica cinque maggio (due giorni dopo gli spari di piazza Nazionale), che ha dato inizio a un piano strategico finalizzato a darsi alla macchia, a diventare invisibile. È questo uno dei punti sostenuto dalla Procura di Napoli, nei confronti di Armando Del Re, il 29enne delle Case nuove in cella da venerdì scorso con l'accusa di essere «l'uomo nero», quello che ferisce a colpi di pistola il 31enne Salvatore Nurcaro, ma anche una bambina di soli quattro anni.
 
È un elemento che emerge dalla convalida del fermo di Armando Del Re, sostenuta sabato dinanzi al gip di Siena (questa mattina è previsto il deposito del provvedimento), ma anche dalle indagini a carico di Antonio Del Re, fratello 18enne di Armando, che deve sostenere l'udienza di convalida questa mattina dinanzi al gip di Nola. Dunque i cellulari criptati che all'improvviso perdono ogni segnale, spariscono dai «radar» degli inquirenti, vengono probabilmente distrutti, nella serata dello scorso cinque maggio. È domenica sera, Armando Del Re è stato da poco ascoltato come persona informata dei fatti sul ferimento di Noemi, resta circa tre ore in Questura. Capisce di essere l'indiziato numero uno, fiuta il pericolo (gli agenti gli chiedono di camminare e lo filmano, per confrontare le sue fattezze fisiche con l'uomo nero del video), torna a casa e avvisa i suoi. Via i cellulari, come hanno modo di capire i finanzieri del Goa che da tempo indagavano sui fratelli Del Re, nel corso di un'indagine per droga sotto il coordinamento del pm anticamorra Ida Teresi. E non è il solo elemento che emerge dalle carte del caso Noemi. Stando alla richiesta di convalida del fermo, i due fratelli - dopo aver buttato i cellulari - avrebbero progettato una fuga lontano da Napoli, compiendo un accesso in un immobile a Marano, destinato a diventare il probabile covo della latitanza. Inchiesta condotta dai pm Antonella Fratello, Simona Rossi e Gloria Sanseverino, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che ha incassato ieri i complimenti del ministro Matteo Salvini, per gli arresti di fratelli Del Re. Spiega da Cuneo il capo dell'Interno: «Sono orgoglioso, come ministro dell'Interno, delle operazioni fatte questa settimana, per esempio a Napoli, dove sono stati arrestati i due camorristi che hanno ferito quella bimba di 4 anni che sta lottando per la vita, per cui vi invito a pregare perché possa tornare a casa dai genitori, a giocare con le bambole, alzandosi da quel letto d'ospedale». Una vicenda che fa comunque i conti con la versione del principale indiziato, che sabato scorso ha respinto ogni accusa.

Difeso dal penalista Claudio Davino, Armando Del Re ha provato a fornire un alibi del 3 maggio scorso, oltre a dare spiegazioni sulle immagini delle videocamere e a quelle ricavate dagli appostamenti di polizia giudiziaria. Ma restiamo fermi al tre maggio scorso e allo strano cambio di abbigliamento ipotizzato dalla Procura: alle 12, Armando Del Re viene inquadrato nei pressi di un bar in via Marina, vestito di nero, pantaloni e giubbotto nero, senza casco e in sella a una Honda (di cui è proprietario) assieme al fratello Antonio; ore 15.50, Del Re viene inquadrato ancora in sella alla Honda, assieme ad un'altra persona. In questo caso, però, viene indicato come «vestito con pantaloni grigi e cappuccio bianco», mentre si allontana in direzione Secondigliano; ore 16.59, c'è il video del tentato omicidio e del ferimento di Noemi, all'esterno del bar Elite: qui lo sparatore - che per gli inquirenti è Armando Del Re - è ancora interamente vestito di nero; ore 17.05, grazie alla testimonianza di una donna, viene identificata la targa della moto usata dallo sparatore, si tratta di una moto Benelli rubata a Sorrento un anno fa. In sella alla moto, per gli inquirenti, è seduto Armando Del Re, indicato come vestito con pantaloni grigi e giubbino bianco.

Un punto controverso, destinato ad alimentare il braccio di ferro tra accusa e difesa anche nei prossimi giorni.

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