Napoli, dopo gli altarini ecco gli omaggi social ai baby boss della camorra morti

Napoli, dopo gli altarini ecco gli omaggi social ai baby boss della camorra morti
di Luigi Sabino
Giovedì 1 Aprile 2021, 00:00 - Ultimo agg. 18:49
4 Minuti di Lettura

Un nuovo fronte si è aperto nella guerra contro l’immaginario criminale. I successi ottenuti nella campagna del Mattino per la rimozione dei murales e degli altarini dedicati ai “caduti” nella lotta contro lo Stato hanno spinto amici e parenti dei malviventi uccisi a cercare nuove forme di comunicazione attraverso cui continuare a celebrare quello che è, ormai, è diventato un vero e proprio culto della morte. Una ricerca che si è conclusa quando le giovanissime leve della camorra sono approdate sugli ultimi social network.  

È qui, infatti, che da qualche mese a questa parte sono comparsi i primi video commemorativi con tanto di colonne sonore. Si tratta di “corti”, spesso formati da collage di fotografie, in cui è possibile vedere momenti di vita dei vari «angeli», «pezzi di cuore», «fratelli» che non ci sono più. Un esempio è il ricordo postato da un cugino di Nicola Notturno, ucciso nel settembre del 2017 nei pressi della sua abitazione da killer ancora ignoti. Sullo schermo, in rapida sequenza, scorrono le foto di ’o Chiatt’ in diversi momenti della sua vita, dalle foto scattate in vacanze a quelle del compleanno con tanto di torta con l’immagine di Al Pacino in “Scarface”. Sullo stesso social ci sono anche diversi video commemorativi di Benvenuto Gallo alias Benny anche lui ammazzato in circostanze ancora ignote a San Pietro a Patierno.

In uno di questi, pubblicato anche in questo caso, da una familiare, si vede Benny sorridente con un cappellino da baseball mentre in sottofondo passa un remix di “Every breath you take”.  

Ancora. Ad accompagnare il video commemorativo di Luigi Caiafa, colpito a morte da un poliziotto dopo che gli aveva puntato contro un’arma, rivelatasi alla fine un giocattolo, sono le parole di un rapper napoletano. Solo musica, invece, per il video commemorativo di Emanuele Sibillo, giovanissimo boss della “paranza dei bambini”, ammazzato durante una “stesa” nella roccaforte dei rivali Buonerba. Emblematica, però, è la didascalia che compare sotto le immagini e che recita «dove regna l’onore, la parola data sarà sempre sacra ES17». 

Video

Sono solo alcuni delle decine di numerosi esempi che è possibile trovare in rete. Non tutti i video, però, sono stati creati con lo scopo di ricordare chi non c’è più. Un utente che ha scelto come alias “PaoloDiLauro” (come l’ex boss dell’area nord), ad esempio, ha postato un filmato in cui si vede un corteo di scooter scorrazzare per le strade di Secondigliano. Un video che, gli stessi investigatori, hanno indicato come prova di forza da parte della cosca del Terzo Mondo che, dopo anni passati ai margini dello scacchiere malavitoso napoletano, ha riacquistato, in tempi recentissimi, forza e potere. 

Non da meno è il video pubblicato da un altro utente, il cui nick lascia poco spazio all’interpretazione, “Famiglia Mazzarella”. Il filmato di pochi secondi documenta una videochiamata tra l’utente e un ras dell’organizzazione criminale attualmente detenuto. Anche in questo caso, il sottofondo è una canzone neomelodica dal titolo quantomai esaustivo, “Tu si frat a me”. 

 

Un fenomeno, quello dei video celebrativi che, al pari dei murales, secondo diversi esperti dell’antimafia, non sarebbe altro che la manifestazione di come la camorra napoletana abbia cambiato pelle assumendo, non solo nella comunicazione, verbale e non, caratteristiche che l’avvicinano a realtà criminali che operano nelle downtown statunitensi o nei barrios dell’America Latina. Gli stessi murales, ad esempio, non sono più semplici scritte tracciate con la vernice spray sui muri ma frutto di writer professionisti così come accade nei sobborghi di Los Angeles o New York, regno delle gang. Anche i video con colonna sonora sono un fenomeno, in realtà, non nuovo sul web. Da anni, ad esempio, questo tipo di celebrazioni virtuali sono utilizzate dai cartelli messicani per ricordare i boss uccisi. Non è un caso, infatti, che spesso i narcos ammazzati siano ricordati con canzoni appositamente scritte per loro, i cosiddetti “narcocorridos”. Influenze che, grazie alla globalizzazione, hanno raggiunto e condizionato anche le nuove leve del sistema ormai sempre più lontane dai vecchi boss. Una nuova camorra, quindi, le cui redini, sempre più spesso sembrano essere nelle mani di giovanissimi ras intenzionati a sovvertire le regole comprese quelle della comunicazione. Il silenzio, infatti, non è più una priorità per i boss che, anzi, per come emerso anche dalle ultimissime indagini, sembrano, invece, propensi a ostentare non solo la loro presenza sul territorio ma anche a pubblicizzare, in ogni forma possibile, la loro vita all’insegna del crimine. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA