Voragine ospedale del Mare di Napoli, fu crollo colposo: 21 indagati tra manager pubblici e privati

Voragine ospedale del Mare di Napoli, fu crollo colposo: 21 indagati tra manager pubblici e privati
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 29 Marzo 2021, 23:00 - Ultimo agg. 30 Marzo, 18:04
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Sono ventuno gli indagati per il crollo del parcheggio dell’ospedale del Mare dello scorso otto gennaio. Sono stati destinatari di avvisi di garanzia, in vista del conferimento di incarico di perizia che sarà formalizzato il prossimo 31 marzo a due periti del pm (gli ingegneri Paolo Grazioso e Giuseppe Guida), nel tentativo di dare inizio agli accertamenti sul materiale sequestrato e sulla scena dopo gli eventi di inizio gennaio. 

Crollo colposo è l’accusa battuta dal pool guidato dal procuratore aggiunto Simona Di Monte, sotto il coordinamento dello stesso procuratore Gianni Melillo, in un fascicolo in cui si punta a distinguere le eventuali responsabilità nella realizzazione della cittadella ospedaliera sorta ai piedi del Vesuvio. Ma proviamo a capire quali sono le scelte adottate dagli inquirenti, alla luce di questa primissima fase investigativa, andando a scorrere la lista dei nomi invitati ad assistere da indagati al conferimento di incarico. Una storia che va raccontata a partire da due premesse: in questa vicenda l’Asl Napoli uno (rappresentata dal direttore Ciro Verdoliva, assistito dai penalisti Giuseppe Fusco e Giuseppe Vacca) viene indicata come parte offesa di eventuali negligenze che verranno riscontrate nel procedimento; tutti i nomi di professionisti e manager coinvolti avranno modo di dimostrare le proprie versioni nel corso del prosieguo. 

Tra gli indagati figurano Biagio De Risi e Carmine Mascolo, come progettisti strutturali; Matteo Gregorini (direttore dei lavori) e Antonio Bruno (direttori dei lavori); Edoardo Cosenza (collaudatore statico); Claudio Ragosta e Lorenzo Catapano (responsabili unici del procedimento); oltre ai rappresentanti a vario titolo delle ditte Astaldi, Coppola costruzione, Gilardi costruzioni, Giustino costruzioni, Consorzio media, Osmar.

In sintesi, parliamo di atti dovuti, in uno scenario in cui la Procura deve ricostruire il perimetro di tutti coloro che - a vario titolo - sono intervenuti nella definizione dell’opera, nella sua costruzione e nel collaudo finale.

Scrivono oggi gli inquirenti: visti gli accertamenti preliminari condotti fino a questo punto, è emerso che risulta necessario procedere alla rimozione controllata delle macerie, ma anche all’esame della caratteristiche della costruzione e della materia utilizzata, che va inteso come atto irripetibile. Uno snodo decisivo nel corso di un probabile processo sulla causa di una voragine che - solo per pura causalità - non ha provocato la perdita di vite umane.

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Ricordate quel giorno? Otto gennaio, un venerdì mattina. Un intero parcheggio sprofondò all’improvviso, inghiottendo un’area che in genere ospita centinaia di auto e mezzi di trasporto. Pochi mesi prima, proprio su quello spiazzale vennero radunati centinaia di studenti per una campagna di prevenzione anticovid. Un evento disastroso e fortunato al tempo stesso, quello del crollo di gennaio. Ora saranno i giudici a stabilire le responsabilità dell’evento. Intervistato dal Mattino, Edoardo Cosenza dimostrò la propria determinazione a fornire un contributo alle indagini, in piena sintonia istituzionale con le esigenze investigative. Ora il suo nome è tra gli indagati, in una esigenza di distinguere gli approcci e i contributi riversati in un’opera da sempre al centro delle indagini.

Basta un esempio su tutti: venerdì mattina si è concluso dinanzi a una sezione del Tribunale di Napoli uno degli ultimi atti legati al processo sulla costruzione dell’ospedale del Mare. Una vicenda legata a finanziamenti e lavori dispendiosi, per la quale è stata di recente avanzata da parte della Procura richiesta di assoluzione per avvenuta prescrizione. Un processo che si trascina in Tribunale da almeno dieci anni, che ha conosciuto diversi momenti di stasi, destinato a finire in un nulla di fatto. Prescrizione per tutti, dunque, in una bolla che non ha reso possibile l’accertamento dei reati e delle singole responsabilità, a partire - tra gli altri - dallo stesso Gregorini, ex direttore dei lavori: un dirigente che oggi si ritrova al centro di una nuova verifica, a proposito del crollo datato gennaio 2021. 

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