Procura di Napoli, non c'è l'intesa: ​rinvio a settembre per il capo dei pm

Franato il tentativo di far convergere le preferenze su un candidato unitario

La Procura di Napoli
La Procura di Napoli
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 19 Luglio 2023, 00:15 - Ultimo agg. 20 Luglio, 07:26
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Una corsa contro il tempo per definire i pareri dei tre candidati, che dovranno essere offerti alla valutazione del Plenum. Giornate intense al Csm, per chiudere entro i tempi prefissati il caso Napoli, quello legato - ormai da oltre un anno - alla nomina del nuovo procuratore. Appuntamento fissato per il prossimo 26 luglio, quando l’assemblea di Palazzo dei Marescialli dovrà esprimersi sui tre candidati alla guida della Torre di Centro direzionale. Come emerso nell’ultima settimana, potrebbe essere necessario un nuovo rinvio ai primi di settembre, di fronte alla necessità di corredare i pareri sui tre candidati in modo esaustivo, di fronte a una discussione che si annuncia tutt’altro che a senso unico. 

Tre in campo, parliamo di magistrati dello spessore del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che in commissione ha ottenuto quattro voti (di Maria Luisa Mazzola di Mi; del togato indipendente Andrea Mirenda; della laica di FdI Daniela Bianchini, cui spetta la redazione del parere; e di Ernesto Carbone, laico di Italia Viva); del procuratore di Bologna Giuseppe Amato (votato dal togato di Unicost Roberto D’Auria); e della ex reggente della Procura di Napoli Rosa Volpe (votata dal consigliere di Area Antonello Costa).

Si attendono i pareri, poi la consultazione finale che riguarderà tutti gli esponenti di Palazzo dei Marescialli, nel tentativo di chiudere un periodo di interregno che va avanti da più di un anno.

È stato il vicepresidente del Csm Pinelli a porre di recente la necessità di superare l’impasse legata al cosiddetto caso Napoli. Nel corso della presentazione della sede partenopea della scuola di magistrati, il numero due di Palazzo dei Marescialli aveva preso l’impegno di chiudere entro l’estate la questione legata alla nomina del capo della Procura più numerosa d’Italia. Un impegno portato quasi a termine, se si pensa che, anche di fronte allo slittamento del plenum definitivo, per i primi di settembre si arriverà comunque ad una svolta. Tre nomi, dunque, una buona dose di incertezza che ha alimentato in questi giorni anche il tentativo di trovare una possibile convergenza su un nome unitario. Un tentativo che nasce dall’importanza della nomina da definire, ma anche dall’esigenza di mettere a riparo il nuovo procuratore rispetto aventuali ricorsi alla giustizia amministrativa, all’indomani di una eventuale nomina controversa e di misura. Fatto sta che, stando a quanto emerso fino a questo momento, il tentativo di sintesi sembra essere franato sul nascere. Correnti della magistratura e componenti laiche dell’assemblea non hanno trovato punti di contatto, proprio alla luce delle differenze dei tre profili, così come sono emerse nel corso delle audizioni tenute dinanzi alla quinta commissione lo scorso giugno. 

A porte chiuse, i tre aspiranti procuratori napoletani sono intervenuti su criteri organizzativi dell’ufficio inquirente, turni di lavoro, dati statistici. Si è parlato di numeri legati alle intercettazioni, alle misure cautelari chieste e ottenute, agli orari di lavoro in ufficio e nelle aule di tribunale nelle varie sezioni del distretto di Corte di Appello di Napoli, di rapporti tra pm e le forze di polizia giudiziaria sul territorio. Modelli di lavoro, prospettive e strategie che ora dovranno essere valutati dall’assemblea del Csm, in uno scenario atteso da quattordici mesi. Era il 14 maggio del 2022, quando l’ex procuratore di Napoli Gianni Melillo ha lasciato l’ufficio partenopeo per andare a guidare la procura nazionale antimafia. Ora la Procura attende il nuovo capo, anche alla luce di nomine avvenute di recente da parte del Csm. È il caso della nomina di Michele Del Prete come procuratore aggiunto napoletano, dopo alcuni anni trascorsi in forza alla Procura nazionale e antiterrorismo. Per anni, Del Prete si è occupato di contrasto alla camorra e al terrorismo, ma anche di indagini di pubblica amministrazione, mentre ora attende il nuovo incarico di coordinamento dal procuratore che verrà ad insediarsi a Napoli. Lascia invece la Procura partenopea, il pm anticamorra Antonio D’Alessio, nominato procuratore aggiunto nella Procura di Cosenza, dove potrà coordinare indagini sia in materia di pubblica amministrazione che di crimine radicato sul territorio. 

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