Case abusive, i proprietari delle case da abbatterea Secondigliano portano la protesta a Roma

Il 27 giugno manifestazione nella Capitale

La protesta degli sfollati di Secondigliano
La protesta degli sfollati di Secondigliano
Venerdì 23 Giugno 2023, 12:07 - Ultimo agg. 12:30
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L'ultimo abbattimento ha riguardato uno stabile dove vivevano otto famiglie a Secondigliano, popoloso quartiere dell'area nord di Napoli, prima ancora c'era stata il caso di Casal di Principe, dove due famiglie finirono senza casa dopo che le ruspe inviate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere demolirono il loro stabile. Una soluzione al fenomeno delle 80mila case in Campania da abbattere perché riconosciute abusive con sentenza definitiva - cui si aggiungono le 700mila per le quale i Comuni hanno emesso ordinanza di abbattimento - è ancora tutta da trovare; le demolizioni sono poche perché costano, e perché aggiungono spesso il problema sociale dell'emergenza abitativa per chi resta senza casa.

Basti pensare alle otto famiglie dello stabile di via Aria Nuova a Secondigliano, che sono andate a dormire per protesta nelle tende montate in piazza Municipio, davanti alla sede del Comune di Napoli. Loro, insieme a tanti altri proprietari di case abusive da abbattere saranno il 27 giugno a Roma per la manifestazione organizzata dal Coordinamento nazionale 'Casa Mia No Abbattimento', in cui sarà chiesta una sanatoria per le case di necessità, ovvero quelle che costituiscono prime e uniche case per le famiglie che ci vivono, spesso poco abbienti, e che sono realizzate in luoghi senza particolari vincoli, come quelli idrogeologici o paesaggistici.

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Molte delle case abusive infatti sono state realizzate decenni fa quando i Comuni non avevano i piani regolatori; si costruiva dunque senza licenza con l'assenso silenzioso degli enti locali, in attesa di condoni. È accaduto in tutta la Campania, per esempio a Casal di Principe, dove sono oltre mille le case che dovrebbero essere abbattute. Il sindaco Renato Natale chiede una legge ad hoc su queste abitazioni, che permetta ai Comuni non solo di acquisirle al proprio patrimonio ma anche di concederle alle persone che vi risiedono da anni dietro il pagamento di fitto, ma anche di oneri di urbanizzazione che migliorino il territorio. «Chiediamo che anche l'abuso edilizio, come tanti reati anche gravi, vada in prescrizione» dice Domenico Esposito del coordinamento nazionale 'Casa Mia No Abbattimento'. «Siamo riusciti a mettere insieme per la prima volta tante regioni del Sud Italia, perché il problema riguarda tutti.

Quella contro i proprietari di case di necessità abusive non è giustizia, ma giustizialismo. Ci aspettiamo che la politica risponda con soluzioni concrete», conclude Esposito.

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