Napoli, ai Quartieri Spagnoli ecco il murale del rapinatore ucciso: «Questa è la vera anima di Ugo»

Napoli, ai Quartieri Spagnoli ecco il murale del rapinatore ucciso: «Questa è la vera anima di Ugo»
di Oscar De Simone
Sabato 7 Novembre 2020, 15:00 - Ultimo agg. 17:31
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«Non c'è illegalità. In questo murales ci sono gli occhi, il volto e la vera anima di mio figlio». Respinge così il padre di Ugo Russo, Vincenzo, le polemiche nate in questi giorni rispetto alla realizzazione del murales in Piazza Parrocchiella. Una raffigurazione, del giovane 15enne ucciso lo scorso 1 marzo durante un tentativo di rapina, che campeggia nella strada in cui è nato e cresciuto. Dove ogni giorno si incontrava con gli amici e dove stamattina, insieme ai familiari, è stato ricordato tra lacrime e commozione. 

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«Questo murales – continua il padre – deve essere un monito per tutti i ragazzi di Napoli e dei quartieri.

Deve ricordare mio figlio e le difficoltà che si incontrano quando si nasce in questi vicoli. Noi non abbiamo terra sotto i piedi, camminiamo tutti i giorni nel fango e per questo commettiamo errori. Ma proprio per questo abbiamo pensato di costituire un'associazione intitolata ad Ugo e che miri al recupero di chi continua a prendere strade sbagliate. Abbiamo il dovere di andare a prendere in strada i ragazzi per non fargli commettere quel tipo di errori. Dobbiamo intervenire dove le istituzioni non riescono ad arrivare». 

 

Un ricordo ed un simbolo all'esaltazione della vita. Questo il messaggio che i genitori di Ugo intendono ribadire rispondendo alle affermazioni degli ultimi giorni. Un monito che anche l'artista Leticia Mandragora, ha voluto sintetizzare attraverso immagini e raffigurazioni della cultura egizia. «Ho rappresentato la piuma della dea Maat – afferma – accanto ad un vaso contenente il cuore. In questo modo voglio far riflettere le persone sull'importanza del giudizio personale e della società. Su quanto valga la vita per ognuno di noi e per il paese in cui viviamo. Ugo è un volto di Napoli e per me non fa differenza con gli altri. Mi sono ispirata alla sua immagine ed ho cercato di riprodurlo più fedelmente possibile».

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«Oggi viene inaugurato il murale realizzato a quanto risulta senza alcuna autorizzazione ai Quartieri Spagnoli dedicato ad Ugo Russo, il 15enne ucciso mentre tentava di rapinare un carabiniere fuori servizio. Era presente, addirittura, un esponente della Municipalità, nonostante dal Comune sia stato dichiarato di non aver concesso alcun permesso. Perché allora nessuno è intervenuto nonostante le nostre denunce e segnalazioni? Perché si è permessa questa cerimonia? Perché, in questa città, consentiamo ai prepotenti di agire come vogliono, nell'arroganza più totale?». Se lo chiede, in una nota, Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde. «Questo è l'ennesimo attacco frontale da parte di questa gente alle leggi e allo Stato. Quando i familiari e gli amici di Ugo Russo parlano di legalità, non dimentichiamoci che sono a processo per aver devastato il pronto soccorso del Pellegrini e aver sparato contro la caserma Pastrengo dopo la morte del ragazzo», spiega. «Siamo convinti che non tutta le gente che abita i Quartieri solidarizzi con chi violentemente e illegalmente idolatra un ragazzo che è morto facendo una rapina. Come l'altro murale, dedicato a Luigi Caiafa, anche lui morto facendo una rapina, non sono autorizzati da nessuno: la loro arroganza gli permette addirittura di convocare la stampa, di fare inaugurazioni pubbliche. La domanda è - aggiunge - come è possibile che nella nostra città si arrivi a questo, perché la Sovrintendenza non si esprime?». «Il modello di un rapinatore che viene glorificato in pubblico è un atto prepotente contro gli altri. Così rischiamo che alcune zone della città diventino veri e propri altari alla criminalità. A nessuno fa piacere la morte di un 15enne, ma guai a travisare la storia. I primi responsabili sono i genitori, che hanno evidentemente impartito un'educazione errata. E mai ho sentito autocritica in questi mesi. Noi proponiamo murales autorizzati, dedicati alle vittime innocenti della camorra e della criminalità, agli eroi caduti combattendola. Simboli di cultura e lotta alla criminalità», conclude. 

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