Napoli, a 12 anni ha accoltellato un coetaneo: «Nulla di grave, è stato solo un litigio»

Nessun segno di pentimento, atteggiamento distaccato. E anche i genitori cercano di minimizzare

L'ospedale Santobono
L'ospedale Santobono
di Leandro Del Gaudio e Ettore Mautone
Martedì 14 Marzo 2023, 00:02 - Ultimo agg. 15 Marzo, 07:25
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Quando gli hanno chiesto cosa provasse in quel momento, si è mostrato distaccato, poco coinvolto. Ha fatto riferimento a un litigio, provando a sminuire la portata delle proprie azioni. Eccolo lo studente di 12 anni identificato come responsabile del ferimento del proprio coetaneo, sabato notte in via San Giacomo, a due passi da piazza Municipio. Un atteggiamento difensivo e riduttivo anche da parte dei due genitori, che sono stati identificati nel corso delle indagini condotte dai carabinieri. Anche in questo caso, i genitori si sono limitati a parlare di una lite degenerata, nulla più, di quelle che accadono sempre o possono accadere in un contesto di ragazzini. Sono questi i primi punti degli accertamenti condotti sull’episodio avvenuto sabato notte a Napoli, culminato nel ferimento di uno studente di 12 anni, attualmente ricoverato presso l’ospedale Santobono, dopo aver trascorso qualche ora in rianimazione e dopo essere passato per il primo soccorso al Pellegrini. 

Una brutta storia di cronaca che non potrà dare seguito a indagini penali a carico dell’aggressore, ma che ha già messo in moto verifiche da parte della Procura minorile sul contesto in cui è cresciuto e conduce la propria esistenza il 12enne. Non è imputabile, ovviamente, ma sono scattate verifiche sul suo mondo familiare, relazionale, scolastico. Che vita conduce e chi frequenta. Verifiche coordinate dal pm Regine, magistrato in forza all’ufficio guidato dalla procuratrice Maria De Luzenberger, tutti gli strumenti utili saranno messi in campo: dagli assistenti sociali agli psicologi, per arrivare a mettere a fuoco la condotta del ragazzino. Facile immaginare che ci saranno verifiche sulla sua presenza tra i banchi. E sul suo rendimento.

Stando ai primi accertamenti, sembra che il 12enne sia uno studente integrato. Frequenta le lezioni, non è un caso a rischio, a proposito di evasione scolastica. Anche la sua famiglia risulta integrata: i genitori lavorano, non hanno precedenti penali, non sono stati mai segnalati per frequentazioni borderline. Ora tocca agli inquirenti napoletani provare a mettere a fuoco una domanda su tutte: come è potuto accadere? Per quale motivo un ragazzo apparentemente normale esce di casa armato di un coltello? Cosa ha scatenato un’azione tanto violenta? Stando alle indagini dei carabinieri, sembra che vittima e aggressore si conoscessero. Sabato scorso, il secondo si sarebbe unito al gruppetto del primo. Qualche sfottò e la situazione è degenerata. Tre fendenti, al torace e alla schiena. Un miracolo che non ci siano state conseguenze irrimediabili. Ora la Procura svolgerà delle verifiche, in una istruttoria che ha un solo obiettivo, come ha chiarito ieri il presidente del Tribunale Giancarlo Posteraro: tutelare il ragazzino, impedirgli di agire in modo violento anche in altre occasioni, garantire un processo di formazione adeguato a una personalità non ancora matura.

«Poteva essere una tragedia, i colpi di coltello erano di taglio ma anche portati con la punta e infatti hanno intaccato un polmone provocando un pneumotorace che è già una condizione clinica pericolosa. Ma ci troviamo all’altezza del cuore e infatti è stato interessato anche il mediastino, la cavità posta tra i due polmoni che accoglie appunto il muscolo cardiaco. Se i colpi avessero affondato qualche centimetro in più, e un po’ più di lato, avrebbero potuto effettivamente fare danni a cui non oso nemmeno pensare». Così Giovanni Gaglione, primario di Chirurgia d’urgenza e pediatrica del Santobono nel cui reparto è ricoverato il 12enne accoltellato dal coetaneo.

Il ragazzo sta comunque bene e migliora ogni giorno. È tornato a bere, è giovane e guarirà presto.  «Queste lesioni al polmone - conclude il clinico - sono per fortuna autolimitanti e tendono a chiudersi spontaneamente. L’ingresso dell’aria in una zona che è a tenuta stagna provoca il collasso di quella parte interessata. In condizioni normali i due foglietti della pleura collegano i movimenti della gabbia toracica con i polmoni. Se entra l’aria per una lesione si parla di pneumotorace che per piccole lesioni tende a guarire spontaneamente».

Insomma l’ennesima tragedia sfiorata: del resto anche la diagnosi iniziale fatta al ragazzo quando è stato condotto in prima battuta al Pellegrini (dove era stato trasportato in quanto presidio più vicino al luogo dell’accoltellamento) parla di “plurime lesioni da taglio e punta al torace, schiena e arti superiori”. Ferite dorsali di cui una, appunto, a sinistra, più profonda che ha intaccato un polmone e provocato la lesione al mediastino e che inizialmente ha allarmato moltissimo i sanitari del presidio della Pignasecca che hanno disposto un trasferimento al Santobono con un’unità rianimativa. I genitori della vittima sono ora accanto al loro ragazzo ancora sotto choc e invocano giustizia.
 

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