Napoli, al Rione San Gaetano quattro famiglie abusive impediscono il risanamento: sgomberi al palo

Napoli, al Rione San Gaetano quattro famiglie abusive impediscono il risanamento: sgomberi al palo
di Daniela De Crescenzo
Venerdì 22 Aprile 2022, 11:48 - Ultimo agg. 16:09
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Rione San Gaetano: i fondi ci sono, il progetto pure, l’appalto è già stato fatto, 52 famiglie sono state trasferite in nuovi alloggi, ma la riqualificazione non può partire perché quattro nuclei si rifiutano di lasciare le case che hanno occupato abusivamente. A Napoli succede anche questo: l’assalto degli occupanti senza titolo impedisce a tante persone di avere finalmente un tetto per così dire “normale”. E il timore di nuove occupazioni alle case rimaste vuote mette ormai a rischio l'intero progetto.

Di dare un nuovo volto al rione costruito nel 1951 con i fondi del piano Marshall per dare per dare un tetto ai profughi della seconda guerra mondiale, si parla già dal 2004 quando l’allora presidente della Regione, Antonio Bassolino con il sindaco Rosa Russo Iervolino e il presidente dell’istituto case popolari, Vincenzo Acampora, firmarono un accordo di programma per costruire 343 nuovi alloggi dopo aver demolito i fabbricati ormai fatiscenti, mentre altri 529 dovevano essere recuperati, ristrutturati ed adeguati dal punto di vista funzionale.

Il piano prevedeva anche la realizzazione di parcheggi interrati per soddisfare le esigenze della comunità del rione San Gaetano, di un centro polifunzionale, di strutture commerciali e la destinazione a parco pubblico di vaste aree.

Nel 2012 il presidente di quello che allora si chiamava Iacp e che poi è diventato Acer, annunciò l’ imminente apertura del cantiere di un primo lotto di costruzione per 54 alloggi e 11 locali commerciali, cui doveva seguire un programma di riqualificazione urbana e architettonica che,  spiegò «prevede l'adeguamento agli standard abitativi degli 872 alloggi del rione, mediante sostituzione edilizia, cui si assocerà la realizzazione di negozi, uffici e di un Centro polifunzionale e autorimesse interrate».

Dieci anni e sei milioni di euro dopo tutto è pronto per dare il via ai lavori e 52 famiglie che risiedevano nell’isolato 10 sono state trasferite in un nuovo fabbricato con case finalmente degne di questo nome. Ma quattro gruppi di persone restano ancora nel vecchio palazzo da demolire: due abitano in alloggi veri e propri che hanno occupato abusivamente e non possono in nessun modo accedere a una sanatoria e altri due vivono in scantinati che non sono ovviamente abitabili e quindi per l’ente sono inesistenti. In uno di questi sottoscala vive anche una persona agli arresti domiciliari. La pratica è stata attentamente vagliata dall’ufficio casa del Comune di Napoli, che ha anche emesso un’ordinanza di sgombero che però non è mai stata eseguita.

Che cosa succederà ora? «Non si può frenare un grande progetto di rigenerazione urbana frutto di un accordo di programma tra l’Acer e la regione Campania. - sostiene l'attuale  presidente dell’Acer, David Lebro - Dopo aver effettuato il cambio alloggio per cinquantaquattro famiglie del vecchio isolato 10 nei nuovi immobili è assolutamente necessario procedere a liberare il fabbricato  affinché altre cinquantaquattro famiglie provenienti dall’isolato 12 possano avere un idoneo alloggio. È necessario proseguire velocemente in virtù anche di un nuovo finanziamento del programma Pinqua di circa 25 milioni. Tutto ciò per far sì che l’intero vecchio rione San Gaetano diventi un esempio di rigenerazione urbana per un territorio trascurato da troppo tempo». I contatti dell’Acer con Comune, Questura e commissariato di zona sono continui.

I problemi dei senza tetto non si fermano al San Gaetano, dove si procede in base a un progetto specifico e già finanziato. Tutt’altro. Si aspetta ancora  il decollo della piattaforma regionale per l’assegnazione degli alloggi e il Comune di Napoli a tutt’oggi non ha una graduatoria degli aventi diritto a una casa pagata dagli enti pubblici. L'ultimo elenco valido è quello del 1985. 

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