Napoli, il questore inaugura la palestra di boxe al rione Sanità: «Questa la vera risposta alle babygang»

Napoli, il questore inaugura la palestra di boxe al rione Sanità: «Questa la vera risposta alle babygang»
di Giuliana Covella
Martedì 10 Luglio 2018, 13:17
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«La risposta alla violenza delle babygang è qui. Sono iniziative concrete come queste che ci aiutano a combattere la devianza giovanile e ci auguriamo che dalla Sanità questo possa diventare un modello da esportare». Così il questore Antonio De Iesu ha commentato l’inaugurazione della palestra di boxe al Rione Sanità, accompagnato dal primo dirigente del commissariato di polizia San Carlo all’Arena Claudio Cappellieri e da altri rappresentanti delle istituzioni alla presentazione del progetto fortemente voluto dal parroco don Antonio Loffredo. «Spesso il dibattito sulle devianze minorili è sterile - ha detto il questore - poiché bisogna trovare dei modelli, delle aggregazioni e quale migliore occasione di uno sport come il pugilato? Non ci dimentichiamo di quei nove ragazzi che a Piscinola hanno spappolato la milza a un coetaneo. Chiediamoci perché è successo. Quei ragazzi non avevano un obiettivo, né davano un senso al loro vivere quotidiano». «Ecco perché - ha aggiunto De Iesu - l’idea è di canalizzare le energie di questi giovani in attività ludiche in quartieri cosiddetti sensibili come la Sanità, dove al processo di rigenerazione messo in atto anche grazie alla Municipalità, stiamo accompagnando la nostra attività di prevenzione e repressione oltre che di smantellamento dei clan».

La palestra è stata creata in via temporanea in alcuni spazi del chiostro di Santa Maria della Sanità: la sala del Tesoro e la sagrestia, «dove per ora sono 20 i minori, tra i 12 e i 16 anni, che si alleneranno ogni martedì e giovedì - dalle 18 alle 19 - sotto la guida dei tecnici delle fiamme oro Donato Cosenza e Vincenzo Picardi», spiega Vincenzo Porzio, responsabile comunicazione della Fondazione di Comunità San Gennaro onlus. Da settembre poi, grazie ad un accordo con il dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, la palestra sarà allestita nel chiostro del Centro Ozanam in piazzetta San Severo a Capodimonte. L’idea, lanciata dai ragazzi del rione, è stata raccolta da padre Loffredo, dalla Fondazione di Comunità San Gennaro e dall’associazione L’Altra Napoli onlus, che, con la collaborazione del questore, del gruppo sportivo fiamme oro e della Federazione Pugilistica Italiana, hanno realizzato lo spazio aggregativo. Agli atleti, che fungeranno da allenatori e maestri, si aggiungerà un gruppo di giovani tutor della Sanità, che faranno da facilitatori ed educatori per il nuovo percorso che coniuga sport e legalità. 

«Stiamo facendo di tutto per ricucire le fratture in questo quartiere - ha detto padre Antonio - a me interessa che i nostri ragazzi in questa palestra possano crescere e che imparino a servire il loro territorio facendo sport. Non abbiamo fatto altro che impegnarci a realizzare i sogni di questi ragazzi». «Un plauso va a padre Goffredo - ha sottolineato Ernesto Albanese, presidente de L’Altra Napoli - perché se c’è uno sport che lo rappresenta è il pugilato. Come lui è coraggioso, testardo e imprevedibile». 

Testimonial del progetto l’oro olimpico delle fiamme oro Roberto Camarelle: «Siamo orgogliosi di essere stati coinvolti. La boxe è uno sport di inclusione sociale che insegna valori sani come la legalità. Mi aspetto che arrivino tanti ragazzi in palestra, perché il pugilato forma il carattere e noi come fiamme oro daremo loro l’esempio che esiste una strada diversa e con i sacrifici si può diventare campioni». 

All’inaugurazione sono intervenuti, tra gli altri, il vice presidente della Federazione Pugilistica Italiana Enrico Apa, il vicario episcopale della Diocesi di Napoli don Tonino Palmese, il presidente della Fondazione di Comunità San Gennaro Pasquale Calemme e il presidente della terza Municipalità Ivo Poggiani.

Non sono tuttavia mancate le polemiche. «Sono quasi 10 anni che la Napoliboxe svolge attività sociale gratuita alla Sanità con risultati di livello più volte riconosciuti - interviene il maestro Lino Silvestri - Abbiamo organizzato riunioni in piazza nel quartiere che hanno attirato centinaia di spettatori e appassionati e abbiamo coinvolto nelle nostre attività decine di ragazzi, tra cui alcuni che hanno raggiunto importanti risultati a livello nazionale e internazionale. Siamo stati attivi con continuità in diverse scuole, come l’istituto Caracciolo. È un peccato - rimarca - che il nostro impegno non sia stato tenuto in degna considerazione, dopo tanti anni in una zona difficile dove abbiamo dimostrato il valore del nostro lavoro».
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