Choc a Napoli, la prof di spagnolo uccisa dall'influenza a 32 anni

Choc a Napoli, la prof di spagnolo uccisa dall'influenza a 32 anni
Sabato 19 Gennaio 2019, 08:30
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«Amore mio purtroppo hai deciso di raggiungere una destinazione dove io ora non posso raggiungerti...». Ha la voce rotta dal pianto Giuseppe D. Esposito quando parla davanti al feretro della sua sposa, Sara Seminara nella chiesa di Santa Maria della Rotonda. Sara sposata appena sei mesi, prof di spagnolo di appena 32 anni, è deceduta per l'evolversi in polmonite di una grave forma influenzale, che se l'è portata via nel giro di pochi giorni. In quella chiesa si erano sposati dopo sei anni di fidanzamento. E di viaggi, di passioni condivise, di complicità. «In tutto quello che facevi mettevi passione e energia...». La ricorda così Giuseppe. Una donna allegra, il sorriso ammiccante, lo sguardo solare. Energica nella vita di coppia e nel suo lavoro.
 
La chiesa, pur essendo grande, non riesce ad accogliere tutte le persone che ieri volevano dare l'ultimo saluto alla giovane prof, all'amica, alla compagna di studi. Accanto al feretro un tappeto di fiori, una grande corona degli alunni della II L della Poerio di rose bianche e orchidee, un cartellone con attaccata la bandiera della Spagna (che amava). Sul sagrato con gli occhi lucidi passano i suoi amati alunni della Poerio, della Michelangelo Augusto, della Giovanni Falcone di Pianura dove insegnava spagnolo un anno fa, prof precaria che ha girato numerose scuole. «Ti abbiamo fatto sgolare tanto - dicono due sue alunne - ed eri paziente, sorridente, ma non vogliamo ricordare quello che abbiamo fatto ma quanto ci hai dato, i tuoi insegnamenti preziosi».

Sono scossi i suoi studenti, i genitori, le colleghe insegnanti, l'intero quartiere. Trattengono a stento le lacrime mentre parlano di lei. Qualcuno ha deciso di non ricordarla dall'altare, troppo pesante, i pensieri e i ricordi sono chiusi in delle buste bianche alcune grandi, altre più piccole consegnate alla famiglia, al marito, ai genitori Adele e Antonino, ai fratelli, allo zio di Giuseppe Esposito, Rosario. I parenti avrebbero preferito evitare il clamore suscitato dal decesso di Sara. L'avrebbero voluto vivere stringendosi l'uno con l'altro in famiglia, con gli amici, senza leggere la notizia sui media, sui siti, sui social. Sapevano che Sara era molto amata ma avrebbero preferito altro. Perchè sono famiglie che hanno sempre lavorato. Molto conosciute all'Arenella, dove, vicino alla chiesa sono stati affissi i manifesti funebri.

Avrebbero preferito evitare di leggere alcune ricostruzioni fantasiose comparse su qualche quotidiano. Falsità - spiegano alcune persone amiche che bene conoscono i parenti. Giuseppe e la sua famiglia, fuori dalla chiesa scelgono la strada del silenzio. «Non rilasciamo commenti - spiega Rosario Esposito - non abbiamo avuto i risultati dell'esame autoptico». Si è spenta per una crisi respiratoria. Quando è arrivata al Cardarelli non c'era più nulla da fare. «Influenza? Polmonite? Ma come è possibile morire così a 32 anni?» Davanti la chiesa Santa Maria della Rotonda sono diversi gli interrogativi che vengono sussurrati. I suoi alunni sono ancora increduli. «Non abbiamo potuto abbracciarti, ma non ti dimenticheremo mai - dicono dentro e fuori la chiesa - e porteremo sempre con noi il ricordo del tuo sorriso». Quel sorriso che rammenta anche il parroco padre Salvatore: «Non indosso i colori del lutto ma il bianco della resurrezione a questo voglio pensare, mi sembra ieri - spiega durante l'omelia - quando vi ho visto uscire mano nella mano sposi felici, con un progetto di vita futura».

Ricordi e tanta amarezza. Gli alunni della Poerio hanno fatto volare in cielo dei palloncini bianchi e qualcuno rosa con la scritta Sara all'uscita del feretro. «Speriamo che ci veda, era speciale - spiegano - è assurdo ciò che le è successo, ora è un angelo, ci seguirà da lassù».
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