Napoli, sindacalista aggredito per il suo no alla Russia: «Tradito da una soffiata»

Napoli, sindacalista aggredito per il suo no alla Russia: «Tradito da una soffiata»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 15 Marzo 2022, 00:00 - Ultimo agg. 16 Marzo, 07:25
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Avrebbero potuto colpirlo sotto casa, dove conduce un’esistenza tranquilla accanto alla famiglia. O sulla strada di ritorno dal lavoro, nel traffico del rientro, nei pressi del comune salernitano dove vive assieme alla moglie e ai figli. E invece hanno agito di lunedì mattina, a due passi dalla sede del sindacato dove svolge il ruolo di segretario regionale della Fim Cisl, dove doveva recarsi per tenere un corso in materia di vertenze lavorative. Un appuntamento che era stato fissato di recente, che non era noto a tutti.

Ma restiamo ai fatti. Mancano pochi minuti alle nove del mattino, in via Strettola Sant’Anna alle Paludi (siamo tra corso Lucci e via Ferraris), quando Giuseppe “Peppe” De Francesco viene brutalmente aggredito alle spalle.

Ha 55 anni, è un leader sindacale competente, moderato, da sempre sostenitore della linea del dialogo, ma anche del rigore sui principi che hanno fatto la storia della sua sigla. Viene colto di sorpresa, da parte di un bruto che gli sferra colpi alle spalle e che poi scappa, forte della copertura di un complice che lo attendeva in sella a uno scooter poco distante. 

Violenza mirata, a sangue freddo: Giuseppe De Francesco è al telefono con un amico, quando viene colpito da un violento pugno all’altezza dell’orecchio, che lo fa rovinare a terra. Saltano gli occhiali e il telefonino cellulare, poi inizia la seconda parte del pestaggio: calci all’altezza del corpo, mentre la vittima chiede disperatamente aiuto. Ci sono dei testimoni, finalmente qualcuno interviene, mentre l’aggressore riesce a dileguarsi (ripetiamo: probabilmente grazie all’aiuto di un complice in sella a uno scooter). Immediata la corsa all’ospedale del Mare, riscontrate ferite guaribili nei prossimi sette giorni. Scatta l’inchiesta della Digos (guidata dal primo dirigente Antonio Bocelli), sotto il coordinamento del pool antiterrorismo della Procura di Napoli. Scenario complesso, si tende a scartare la pista privata, anche perché l’aggressore non ha profferito alcuna parola, come spesso accade quando si vuole lanciare un messaggio sul movente. 

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Ad agire un uomo sulla trentina, alto un metro e 75, robusto. Aveva il viso coperto da scaldacollo, mascherina, probabilmente un berretto, secondo quanto hanno raccontato alcuni testimoni della rappresaglia. C’è un particolare su cui sono al lavoro gli inquirenti. Chi ha agito ieri mattina era consapevole del tragitto e dell’orario di arrivo in sede del segretario della Fim Cisl. Percorso e tempi non scontati, dal momento che De Francesco è spesso a Roma per curare vertenze accanto ai lavoratori. Possibile dunque che ci sia stata una soffiata proveniente dall’interno della base sindacale. Due i motivi che agitano l’organo di rappresentenza: il no alla guerra di invasione della Ucraina da parte della Russia, vista dalla maggioranza (di cui De Francesco è espressione) come atto di usurpazione nei confronti del diritto di un popolo alla propria autodeterminazione; e l’adesione della Cisl alla campagna di vaccinazione, a tutela degli stessi lavoratori. Possibili analogie tra l’aggressione di De Francesco e alcuni slogan comparsi in Emilia, sempre contro chi si è opposto a Putin e ha aderito alla campagna vaccinale. 

Immediato lo sdegno da parte dei leader nazionali e regionali. Il segretario generale Luigi Sbarra definisce «grave e sconcertante l’aggressione». Gli fa eco in una nota la segretaria della Cisl Campania Doriana Buonavita: «Condanniamo fermamente questi attacchi nei confronti di chi quotidianamente è impegnato per difendere il lavoro, la salute e la sicurezza. Non arretriamo nella difesa dei nostri valori». Per il segretario generale Fim Cisl, Roberto Benaglia, «è una gravissima intimidazione fisica ad uno dei sindacalisti più limpidi e capaci che abbiamo sul territorio campano. Un atto vigliacco - aggiunge - che condanniamo fermamente e che intende creare un clima di paura di violenza in un territorio nel quale abbiamo bisogno di più sindacato». Anche la politica si stringe attorno al sindacalista in modo bipartisan: «Ferma condanna per la vile aggressione» è stata espressa, a nome di tutta l’amministrazione comunale di Napoli, dall’assessore al Lavoro, Chiara Marciani. Sulla stessa linea il coordinatore della città metropolitana di Napoli della Lega, Severino Nappi e il capo dell’opposizione in Consiglio regionale, Stefano Caldoro. Un attestato giunge anche dal mondo dell’imprenditoria con il messaggio del presidente dell’Unione Industriali Napoli, Maurizio Manfellotto: «Violenza e intimidazioni - sottolinea - non potranno prevalere sulla forza delle idee e del confronto». 

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