Napoli, incendiata l'auto di una donna: «Vendetta dopo l'omicidio»

La vettura appartiene alla suocera di Pasquale Muro, ritenuto il killer di Anthony Artiano

L'auto incendiata a Soccavo
L'auto incendiata a Soccavo
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 2 Luglio 2023, 23:04 - Ultimo agg. 4 Luglio, 07:59
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A Soccavo nel cuore della notte va a fuoco una macchina, e fin qui si sarebbe portati a pensare a un drammatico incidente. L’episodio assume però i contorni di un mistero quando si scopre che quella vettura apparteneva alla suocera di un ragazzo arrestato per l’omicidio del fidanzato della sorella. Questione di prospettive: ma basta questa singolare circostanza a dar corpo a più di un sospetto, e ad avvalorare la tesi di un raid, di un atto doloso, forse una vendetta, forse un inquietante segnale di minaccia.

Sono le 3,10 della notte di domenica quando alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri arriva la segnalazione di un incendio in strada: a bruciare è una Fiat 500L parcheggiata sul lato destro della carreggiata, all’altezza del civico 132 di via Giustiniano. Vengono allertati anche i vigili del fuoco, si teme che le fiamme possano causare una violenta esplosione raggiungendo il serbatoio: ma quando giungono i soccorsi la vettura è ormai ridotta già a un ammasso di lamiere bruciate. Ci vuol poco a risalire alla intestataria del veicolo: i carabinieri della compagnia di Bagnoli scoprono che si tratta di una donna del ‘76, già nota alle forze dell’ordine. Spento il rogo, scattano le indagini.

E a dare un corposo senso alle stesse c’è dunque il particolare di non poco conto: l’utilitaria distrutta dalle fiamme appartiene alla suocera di Pasquale Muro, ritenuto il responsabile dell’omicidio di Anthony Artiano, fidanzato della sorella. Non può insomma escludersi un legame tra il delitto che fu consumato nel novembre del 2022 e questo atto di chiara matrice dolosa. Va ricordato che, nei giorni successivi all’uccisione di Antonio “Anthony” Artiano alcuni familiari del presunto assassino decisero di allontanarsi volontariamente dal quartiere, forse nel timore di qualche rappresaglia. Ma chi avrebbe oggi un interesse a inviare un oscuro messaggio trasversale alla donna, alla sua famiglia o al suo cerchio di amicizie e frequentazioni? È quello che stanno approfondendo in queste ore i carabinieri.

Facciamo un passo indietro, tornando al tragico giorno dell’omicidio. Artiano, 23enne figlio di un uomo ritenuto vicino a un elemento di spicco del clan Grimaldi di Soccavo, venne avvicinato dal killer che gli sparò un solo colpo di pistola a distanza ravvicinata nel cortile di casa; fatale quel proiettile che lo centrò alla testa: il giovane morì dopo sei giorni di agonia in ospedale.

Le indagini svolte dalla Squadra Mobile di Napoli imboccarono subito la pista giusta, arrivando alla svolta decisiva una settimana dopo e chiudendo il cerchio intorno a Pasquale Muro, 20 anni, gravemente indiziato dell’omicidio. 

Dalle indagini emerse che Artiano avrebbe intrattenuto una relazione sentimentale burrascosa con la sorella dell’indagato e che, a seguito dell’ennesima lite tra i due, i familiari della giovane donna si erano recati presso alcuni parenti della vittima per “chiarire” la vicenda. In breve quello che avrebbe dovuto essere un incontro pacificatore si sarebbe trasformato in una violentissima nuova lite tra i familiari delle due parti. Il confronto - stando alla ricostruzione investigativa - sarebbe così improvvisamente degenerato e Muro, che era armato di una pistola, si sarebbe armato per poi ferire mortalmente il 23enne.

Turbolento anche il passato della vittima. Verifiche e accertamenti rivelarono che Anthony, nell’aprile del 2017, era stato arrestato per possesso illegale di armi: durante un controllo a casa, gli agenti del commissariato San Paolo lo avevano trovato con ben tre pistole e 50 munizioni. Tutto questo spiega che l’intero quadro investigativo punta i riflettori su un contesto socio-criminale contrassegnato da forti contrapposizioni e da ruggini forse mai risolte tra gruppi familiari.

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