Napoli, traffico record nella zona ospedaliera: la Sovrintendenza ferma le ruspe

Napoli, traffico record nella zona ospedaliera: la Sovrintendenza ferma le ruspe
di Davide Cerbone
Martedì 26 Novembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 09:29
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Due settimane passate a far rimbalzare carte e responsabilità. Due settimane di traffico impazzito, con lo spettro del Natale che avanza rapidamente. Così vivono circa 100mila cittadini della zona ospedaliera e dell'area a Nord di Napoli dal 9 novembre scorso, quando una vistosa crepa nel muro di un casolare disabitato impose la chiusura di via Vecchia San Rocco, che da via Nicolardi sale fino a via Emilio Scaglione e, scavalcando il Vallone di San Rocco, collega i Colli Aminei con Piscinola e Scampia da una parte e con Chiaiano e Marano dall'altra. L'amara novità è che, almeno per il momento, nulla si muove e la strada, peraltro non lontana dalla Reggia di Capodimonte, resta chiusa sine die. In questo surreale ping pong giocato sopra le teste dei malcapitati cittadini, infatti, la palla è arrivata fino a Roma. Perché quel manufatto diroccato, in quota al patrimonio del Comune di Napoli, è vincolato.

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Così, a fermare le ruspe che si accingevano ad abbattere quel (poco) che resta del vecchio edificio, è arrivata la Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli. Che ha inviato il carteggio al ministero per i Beni culturali. Quel rudere abbandonato da tempo immemore, infatti, sarebbe stato in epoca borbonica un posto di controllo doganale e, in ogni caso, il decreto legislativo 42/2004, modificato dalla legge 124/2017, impone sugli immobili costruiti prima di 70 anni fa un vincolo automatico e preliminare. Per questi motivi, i tecnici di piazza Municipio pendono ora dalle labbra ministeriali. «A dirla tutta, per la prima settimana gli uffici comunali del Patrimonio se ne sono stati con le mani in mano, nonostante le nostre quotidiane sollecitazioni», ricostruisce la vicenda il presidente della III Municipalità, Ivo Poggiani. Poi, superate le lentezze municipali, a bloccare quel processo che faticosamente s'era avviato è entrata in scena la Sovrintendenza. «A quanto pare, quella casina era una pertinenza del Real Albergo dei Poveri, come testimonia una piccola mattonella su uno dei muri. Ma si tratta di un immobile in disuso da molto tempo, che versava già in condizioni precarie. In un primo momento, la Sovrintendenza aveva acconsentito alla messa in sicurezza. La legge, però, dice che per la procedura di abbattimento il Comune di Napoli deve produrre una relazione tecnica e una storico-artistica sull'immobile, motivando l'abbattimento». Una documentazione che sarebbe stata inviata alcuni giorni fa.

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Nell'attesa del placet, le auto si trasformano in gabbie, con i cittadini condannati a fissare lo sterzo, prigionieri delle loro auto. «Per fare un paio di chilometri si impiega anche un'ora - riferisce Poggiani - E soffrono molto anche i commercianti, che nel periodo in cui l'economia si muove un po' di più vedono i loro negozi vuoti». Nei giorni scorsi, alla chiusura di via San Rocco, si sono aggiunte quelle di altre strade dell'area che va da Capodimonte al Rione Alto, funestata da crolli e alberi pericolanti. Esasperazione a parte, Poggiani lancia un allarme: «Il crollo ha provocato lo smottamento di una parte di terrapieno sotto via Nicolardi e lo spaccamento di una fogna, sulla quale non è ancora possibile intervenire e che intanto provoca infiltrazioni.

Fatti che consiglierebbero di agire con urgenza». Invece, oltre le transenne giace da giorni un mucchio di pietre. «La ditta è sul posto, ma non può fare niente - si giustificano dall'assessorato al Patrimonio del Comune - Se la Sovrintendenza ci fa sapere che cosa dobbiamo fare, interveniamo subito».

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