Ucciso agli chalet di Mergellina a Napoli, sfida dei genitori: «Una nicchia per ricordare Kekko»

L'opera in cimitero finanziata dalla famiglia

La nicchia al cimitero
La nicchia al cimitero
di Melina Chiapparino
Venerdì 8 Marzo 2024, 10:20 - Ultimo agg. 14 Marzo, 09:33
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Gli occhi di Antonio e Tina non nascondono la «delusione» ma, ora più che mai, i genitori di Francesco Pio Maimone sentono «di avere piena fiducia nella giustizia». Le loro parole colme di dolore ma anche di speranza sono la risposta alla seconda udienza resa ieri mattina davanti ai giudici della prima Corte di Assise di Napoli per l'omicidio del 18enne di Pianura, ucciso senza motivo da uno dei proiettili esplosi sul lungomare partenopeo la notte tra il 19 e il 20 marzo. Nel processo che vede imputato il 19enne Francesco Pio Valda, non sono mancati tentennamenti e incertezze. Ombre nei racconti conferiti ai giudici che però non hanno oscurato una giornata particolarmente significativa per i genitori di Kekko che, prima dell'udienza, hanno inaugurato la nicchia dedicata a Francesco Pio nel cimitero di Pianura «per ricordarlo come vittima innocente della criminalità».

Il testimone oculare che ieri ha confermato più o meno la deposizione fornita agli investigatori durante la fase preliminare delle indagini è il titolare di uno degli chalet del lungomare di Mergellina. Ha spiegato che «alle 2.15 era all'esterno dello chalet, c'erano tantissime persone quando ha sentito colpi esplosi. Si è rifugiato istintivamente dentro il locale. Poi è uscito e ha visto a terra Francesco Pio Maimone, lo ha soccorso. Dopo ha visto una persona che si allontanava». Il passaggio chiave della nuova deposizione del teste che ha confermato di avere visto sparare un ragazzo vestito di nero è nella risposta fornita all'avvocato Antonio Iavarone che assiste il presunto killer, Francesco Pio Valda quando gli è stato chiesto di specificare meglio la storia dei colpi. In sintesi, il titolare dello chalet ha affermato di aver «visto un uomo sparare colpi in aria», ma va ricordato che Francesco Pio era seduto su una panchina quando è stato centrato dal proiettile e i rilievi della polizia scientifica hanno ritrovato tracce di un colpo di pistola su un'auto vicino al luogo della tragedia, segno evidente dell'esplosione di colpi ad altezza d'uomo. Poi, c'è l'assenza di un secondo teste chiave. Un altro gestore di chalet non si è presentato: per lui il giudice ha disposto l'accompagnamento coatto per la prossima udienza, il 28 marzo. Sul rischio di intimidazioni e sulle incertezze emerse ieri, c'è da rilevare che «i testimoni frequentano ancora quelle zone e questo può pregiudicare le loro deposizioni, oltre al dato obiettivo di ricostruire fasi concitate», come ha sottolineato Sergio Pisani, avvocato dei genitori di Kekko.

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«Dopo aver aspettato 12 mesi per poter celebrare la memoria di Francesco Pio Maimone, abbiamo realizzato con le nostre forze la nicchia nel cimitero di Pianura dove tutti potranno portargli un saluto». Antonio e Tina, a distanza di un anno di attese e speranze per concordare insieme all'amministrazione comunale un luogo celebrativo per il 18enne come «vittima innocente della criminalità», hanno inaugurato ieri la nicchia dedicata «al figlio di Napoli», disillusi dalle istituzioni e convinti di «ringraziare tutte i cittadini» che li hanno sostenuti. Nel cimitero di Pianura, nessuna istituzione e nessuna carica rappresentativa del Comune ha accompagnato i genitori di Francesco Pio Maimone. Un vuoto che stride rispetto alla solidarietà istituzionale che ha circondato i familiari di Giovanbattista Cutolo nonostante si tratti di due figli di Partenope, due innocenti a cui è stato strappato il futuro.

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