Omicidio in commissariato a Napoli, la mamma ferita: «Mio figlio era invasato ma andava curato: non doveva morire»

La donna colpita al petto e alle braccia: dolore e rabbia per l’accaduto

Il luogo della tragedia
Il luogo della tragedia
di Melina Chiapparino
Martedì 14 Febbraio 2023, 23:33 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 07:52
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Una veglia tra le mura domestiche nel cuore del centro antico di Napoli. È così che, ieri sera, in una piccola sala da pranzo, si sono riuniti i familiari della 52enne napoletana e il suo compagno, accoltellati la scorsa notte dal figlio della donna, morto qualche ora dopo l’aggressione. La lite scoppiata in casa con il 29enne, non era la prima delle violenze subite dalla coppia ma, come ha raccontato la donna a “Il Mattino”, «non era mai accaduto uno scontro così brutale con Mario - il figlio - che sembrava paranoico e completamente fuori di sé». «Non avevo mai visto così tanta violenza in lui ma le ferite più profonde, ora, sono quelle che mi porto nell’anima» ha raccontato la donna che, ieri sera, continuava a ripetere «per quanto mi avesse aggredita, non meritava morire, mio figlio andava curato e aiutato».

La 52enne che porta i segni dell’assalto subito sulla parte sinistra del torace e sul braccio sinistro ha spiegato come una sciocca provocazione del figlio si sia trasformata nella più violenta aggressione mai subita «per colpa della droga». «Mio figlio faceva uso di stupefacenti e più volte avevamo provato ad aiutarlo ma, a causa della droga diventava violento e, in passato, mi era capitato di denunciarlo per poi ritirare la denuncia» ha raccontato tra le lacrime la donna che, la scorsa notte, gli aveva poggiato sul comodino un’immagine di Padre Pio, a cui è devota.

«Quando mio figlio ha visto Padre Pio, ha cominciato a urlarmi contro che ero un demone e a picchiarmi fino al punto di sembrare completamente alterato e fuori di sé» ha continuato la mamma del giovane che, all’inizio della lite, intorno alle 22.00, si trovava da sola in casa col 29enne. «Ad un certo punto, mentre cercavo di difendermi e di calmare mio figlio, è tornato il mio compagno che era andato a fare la spesa e ha cercato di aiutarmi» ha aggiunto la 52enne ricordando che «la situazione però stava peggiorando perché Mario aveva preso delle forbici in cucina cominciando a ferirci».

 

La coppia ha raccontato che l’assalto con le forbici, è stato interrotto da due pugni del compagno della donna che sono riusciti a far tranquillizzare momentaneamente Mario, mentre l’uomo è corso al vicino commissariato di Polizia per chiedere aiuto. «Ero sanguinante e ho bussato alla porta della Polizia senza rendermi conto che dietro di me, c’era Mario e che, una volta aperta la porta del commissariato si è intrufolato continuando a ferirmi e colpendo un agente» ha raccontato il compagno della 52enne che ricorda di aver sentito «un colpo di pistola». «Dopo il ferimento del poliziotto, Mario è stato colpito ad una gamba e gli hanno messo un laccio intorno alla ferita, chiamando i soccorsi» ha continuato l’uomo aggiungendo che «la prima ambulanza ha soccorso Mario, la seconda sua madre e infine lui è stato portato al Vecchio Pellegrini».

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Per la famiglia di Mario che aveva una sorella e per la madre del giovane, «bisogna fare chiarezza su come e in che modo è morto» il 29enne. «Ci hanno detto che ha avuto un infarto ma vogliamo trasparenza su ciò che è accaduto, perché era stato ferito ad una gamba e non soffriva di patologie particolari» ha concluso la donna che ha sottolineato: «Ho saputo che mio figlio è morto, da una telefonata del mio compagno, non ho avuto altre comunicazioni e mi auguro al più presto di avere chiarimenti attraverso l’autopsia».

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