Napoli, voragine al Vomero; il pm indaga sul flop manutenzione: «Ritardi e omissioni»

Al lavoro due consulenti della Procura

La voragine di via Morghen
La voragine di via Morghen
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Venerdì 23 Febbraio 2024, 00:03 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 09:03
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Si parte da una maxiperizia sul luogo della voragine. Si scava, ma non solo nel sottosuolo. Si scava anche altrove. Negli uffici comunali e in quelli della Municipalità, nel tentativo di acquisire un dato su tutti: quali sono le condizioni della manutenzione del tratto di strada crollato mercoledì mattina? Quali sono stati gli interventi effettuati? Quanti progetti e quanti finanziamenti pubblici hanno riguardato un aspetto cruciale della vita civile.

Parliamo di punti decisivi, tutti destinati a rappresentare lo sfondo degli accertamenti investigativi che verranno messi in campo a partire da questi giorni. Doverosa una premessa: allo stato attuale nessuno conosce con certezza il motivo del crollo. Possibile che mercoledì mattina la strada sia franata a causa di infiltrazioni sotterrane provocate dal cattivo funzionamento della conduttura idrica. Una circostanza che andrà verificata, per accertare le responsabilità del crollo della strada e dell’apertura della voragine di via Morghen. Inchiesta condotta dal pm Federica D’Amodio, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Simona Di Monte, la pista battuta è quella del crollo colposo. Al momento il fascicolo è aperto contro ignoti, ma è chiaro che le prossime mosse degli inquirenti dipenderanno da quanto verrà fuori dal lavoro dei due consulenti nominati dalla stessa Procura. Due specialisti in campo, si attende una prima informativa per poter indirizzare le indagini.

Ma cosa c’entra in questo scenario la questione manutenzione? Nessuno si sbilancia, ma - al netto di quanto verrà fuori dagli accertamenti in corso - la sensazione è che ci sia stata scarsa attenzione per cave e condutture nel sottosuolo. Una sensazione alimentata dall’escalation di crolli che hanno riguardato l’area collinare, ma anche da una serie di segnalazioni su avvallamenti, smottamenti, condizioni del manto stradale. È il capitolo allarmi inascoltati, come sempre accade quando sul territorio si abbatte un evento sciagurato come quello di mercoledì scorso (evento che avrebbe potuto provocare conseguenze drammatiche). Omissioni, mancanza di interventi, dunque. Poi c’è il capitolo progetti e finanziamenti.

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Quanto era stato destinato alla rete idrica dell’area collinare? Ci sono fondi non spesi o investiti male? Una serie di domande che vanno calate nella recente polemica a distanza che ha visto protagonisti il sindaco Manfredi e il suo predecessore De Magistris. Un braccio di ferro a colpi di note e comunicati, che ha riguardato la carenza di risorse destinate a coprire le spese di manutenzione. Un capitolo strategico, decisivo, che dovrebbe rientrare nelle spese ordinarie di una amministrazione cittadina. Facile immaginare che nei prossimi giorni, ma solo quando l’inchiesta entrerà nel vivo, potrebbero essere ascoltati come persone informate dei fatti esponenti della macchina amministrativa. Parliamo di funzionari e dirigenti pubblici sia nella municipalità che negli uffici di Palazzo San Giacomo.

 

Ma c’è un altro capitolo che potrebbe finire al centro del fascicolo aperto in questi giorni. Una storia in cui non si escludono verifiche sul fronte della responsabilità dei privati. Anche in questo caso, il territorio parla da solo. E sono in tanti a puntare l’indice contro la proliferazione di strutture ricettive, b&b, case vacanza, spesso ricavate in locali che avevano originariamente un’altra destinazione d’uso. È il capitolo allacci sotterranei alla rete idrica napoletana. Nessuna volontà da parte della Procura di criminalizzare un pezzo portante dell’economia cittadina, resta però l’esigenza di fare verifiche, anche in relazione a un fenomeno che si è abbattuto in pochi anni sull’intero territorio cittadino. Potrebbero in questo senso essere valutate dichiarazioni di inizio attività, allacci alle utenze cittadine, consumi da parte di strutture ricettive.

Ma torniamo al campo principale, quello legato alla gestione della manutenzione ordinaria. Una delle possibili bussole da utilizzare in questa vicenda riguarda il capitolo rattoppi. È uno dei dati decisivi anche nelle precedenti inchieste per eventi di crolli avvenuti in questi anni a Napoli. In sintesi, i rattoppi effettuati sopra e sotto il manto stradale potrebbero offrire delle indicazioni utili per tracciare un eventuale perimetro delle responsabilità, ma anche per leggere fenomeni di erosione di lunga durata per dare finalmente corso a una politica di prevenzione efficace e capillare.