Casa-tugurio senza acqua calda,
neonata tolta alla madre

Casa-tugurio senza acqua calda, neonata tolta alla madre
di Raffaele Perrotta
Lunedì 4 Febbraio 2019, 09:16
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Degrado e abbandono fanno ancora una volta da sfondo a una storia che ha come protagonista una neonata di Torre Annunziata. La rete umana e dei servizi sociali che si è messa in moto stavolta ha funzionato e ha permesso di tutelare la piccola, nonostante abbia dovuto allontanarla dalla mamma naturale.
Quest'ultima che chiameremo Stefania vive una situazione precaria: senza un'occupazione fissa, con pochi lavoretti per racimolare soldi che l'aiutano a vivere insieme ad una zia, in una casa dove manca persino l'acqua calda e i riscaldamenti sono un miraggio. I vicini che conoscono la situazione la descrivono come «impossibile da conciliare con la vita umana, soprattutto di una bambina».
 
È in questa cornice che è andata avanti per poche settimane la vita della piccola che Stefania ha dato alla luce alla fine del 2018. Già alle dimissioni dall'ospedale napoletano, il primo campanello d'allarme che ha segnalato la situazione complessa. Da quel momento si è messa in moto la macchina dei servizi sociali che, coordinati dalla Procura dei minori e di concerto con l'Ambito 30, ha monitorato la situazione.
Una prassi che ha richiesto qualche settimana, mentre sono seguite diverse visite a casa di Stefania e indagini verso parenti prossimi da parte degli assistenti sociali per provare a capire se nell'ambito familiare la situazione poteva tornare alla normalità. Ma l'analisi degli specialisti ha dato esito negativo: nessuna possibilità di recuperare in breve tempo la situazione, che poteva mettere a repentaglio la vita della piccola. La soluzione è stata allontanare la neonata dalla mamma.

Il sindaco torrese Vincenzo Ascione ha quindi firmato il decreto che ha predisposto l'allontanamento della piccola, portata subito in una casa di accoglienza dove l'hanno lavata, nutrita e le hanno fatto tutte le visite. Il dirigente dei servizi sociali e a capo dell'Ambito 30 Nicola Anaclerio, che ha seguito fin dall'inizio la vicenda, mantiene il più stretto riserbo. «In questo momento penso a tutelare la vita della piccola» dice, soffermandosi su una rete di aiuto che ha funzionato e sul disagio sociale diffuso che si vive nelle città ai piedi del Vesuvio.
«È un intervento standard come purtroppo accade spesso nei comuni dell'Ambito che dirigo (Boscoreale, Boscotrecase, Torre Annunziata e Trecase) - dice Anaclerio - A Boscoreale ogni anno si spendono quasi 800 mila euro per mantenere 29 minori collocati nelle strutture. Bisognerebbe puntare di più sulla rete di famiglie affidatarie che possono subito accogliere i minori alleviando il dramma umano e sollevando l'ente da un onere sempre più difficile da sostenere».
 
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