No vax e Forza Nuova, a Napoli alert
del Viminale: strade e cantieri «blindati»

No vax e Forza Nuova, a Napoli alert del Viminale: strade e cantieri «blindati»
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 11 Ottobre 2021, 23:59 - Ultimo agg. 25 Marzo, 04:37
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Meno di un anno fa, è bastato un tweet di Roberto Fiore ad accendere la miccia. Ricordate quella frase? «Solidarietà al popolo napoletano, contro la dittatura sanitaria». Era da poco finito il messaggio del governatore De Luca, montava la rabbia contro il coprifuoco di autunno (era il 23 ottobre scorso), sappiamo come andò a finire. Migliaia in strada, guerriglia a Santa Lucia, a partire dalla rivendicazione del leader di Forza nuova che si mosse in anticipo, forte della consapevolezza di bruciare tutti sul tempo e di mettere il cappello sulla piazza napoletana.

Meno di un anno dopo, arriva l’alert del Viminale, con un livello di sorveglianza che si alza in relazione alle scadenze dei prossimi giorni. Prima tra tutte, il giro di boa del quindici ottobre, quando il green pass diventa l’unico strumento per lavorare, per riprendersi la vita; senza contare poi alcune manifestazioni in calendario nella seconda metà del mese.

Cosa accade a Napoli? Qual è lo scenario dopo i fatti di Roma? Al lavoro, rigorosamente sotto traccia, gli uomini della Digos, guidata dal primo dirigente Antonio Bocelli, in piena sintonia con quanto sta accadendo nelle principali aree metropolitane in Italia. Un lavoro che va avanti da mesi, alla luce di esperienze recenti. Da un lato le indagini dopo la devastazione di via Santa Lucia, con gli scontri all’esterno della sede della Regione; dall’altro il protocollo sicurezza, perfettamente rodato anche nelle ultime settimane, come emerso nel principale banco di prova della lenta ripresa post lockdown: parliamo del G20 dell’Ambiente, un evento tenuto in piazza del Plebiscito, nei saloni di Palazzo Reale, solo apparentemente tranquillo. 

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Nessun incidente, nessun momento di tensione, anche e soprattutto grazie alla bonifica effettuata in modo chirurgico dal primo all’ultimo minuto dell’evento. Un esempio? Spuntarono una trentina di sanpietrini diligentemente messi da parte, accantonati e pronti all’uso. Erano per le strade della city. Vennero sequestrati in gran silenzio, grazie a un controllo del territorio che ha impedito colpi di coda. Ma cosa accade in questi giorni, alla luce della stretta dell’Interno? Non è impossibile immaginare le mosse degli inquirenti: guardati a vista tombini, cassonetti della differenziata, cantieri a ridosso delle vie del centro. Sono punti in cui è facile nascondere oggetti contundenti, come bulloni, sanpietrini, molotov, quanto basta per spingere a “blindare” le vie della city partenopea. Ma torniamo alla storia dell’asse Napoli-Roma. Quanto conta Forza nuova nel capoluogo partenopeo? E qual è il peso numerico di una certa eversione di destra? Parliamo di un fenomeno decisamente ridimensionato rispetto alla Capitale, anche se - in una città attraversata da forme di tensione differenti - il rischio innesco viene comunque tenuto in considerazione. Restiamo alle indagini più recenti, quelle della guerriglia di via Santa Lucia. Inchiesta condotta dai pm Antonello Ardituro, Celeste Carrano, Luciano D’Angelo, Danilo De Simone, sotto il coordinamento dello stesso procuratore Gianni Melillo, sono state individuate tre anime nel fronte antilockdown: una componente ideologica, con lo strano abbraccio tra quelli di Forza nuova e gli anarchici; teppisti da stadio, hooligan sempre pronti ad aggredire le divise; camorristi vicini ad alcuni ristoratori che, di fronte alla prospettiva della chiusura, impressero una svolta violenta a una manifestazione nata in modo civile. Esattamente come a Roma, dove, alla luce delle prime indagini, non si fa fatica a riconoscere la componente violenta (Forza nuova e teppaglia da curva) alla guida di un corteo legalmente autorizzato.

Si lavora sui contatti a distanza, specie attraverso i social, che potrebbero caratterizzare anche questa particolare congiuntura storica. Quanto basta per tenere alta l’attenzione, specie in vista delle manifestazioni di dissenso in materia di vaccini e di pass governativo. C’è un laboratorio di osservazione in particolare che viene monitorato: parliamo di piazza Dante, dove ogni sabato si incontrano un centinaio di dissidenti rispetto alle soluzioni adottate in chiave europea per contenere il contagio e rilanciare l’economia. Numeri bassi, decisamente bassi, rispetto alla Capitale, che rappresentano comunque uno zoccolo duro su cui poggiare un eventuale rigurgito antigovernativo. 

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