Noemi, parla il bersaglio del killer: «La bimba è salva, sono felice»

Noemi, parla il bersaglio del killer: «La bimba è salva, sono felice»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 15 Maggio 2019, 23:00 - Ultimo agg. 16 Maggio, 11:09
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Chiude gli occhi, respira e aspetta qualche istante prima di pronunciare con un filo di voce: «Sono contento per Noemi». La stanza di ospedale è affollata da parenti e amici e bisogna sforzarsi per intercettare quelle sillabe quasi sospirate. Le parole scandite a fatica e lentamente da Salvatore Nurcaro sono le uniche esternazioni concesse dal 32enne napoletano, obiettivo del raid di fuoco costato quasi la vita alla piccola, gravemente ferita da un proiettile in piazza Nazionale.
 
L’uomo, pregiudicato di San Giovanni a Teduccio, dopo un ricovero di 16 giorni all’Ospedale del Mare ha ripreso a respirare autonomamente e mangiare da ieri, grazie al buon esito di una tracheotomia che ancora non gli consente di parlare normalmente. «Non voglio dire altro» spiega Nurcaro mentre siede sul letto della sua stanza degenti nel reparto di Chirurgia al quinto piano di una delle torri del presidio di Ponticelli. «Non posso parlare» aggiunge indicando la gola bendata con garze e cerotti di grandi dimensioni. Nurcaro ha davanti a sé un banchetto con il cibo e mentre viene imboccato, gesticola stanco, agitando le mani perché dopo aver espresso il suo pensiero per Noemi, non ha più nulla da far sapere. Nella stanza dove è ricoverato da solo, si alternano familiari e amici di vecchia data che ribadiscono le sue difficoltà nel parlare. «I medici hanno detto che non deve sforzarsi - dicono in coro i parenti - in questo momento, deve evitare di parlare». «Siamo tutti felici per la piccola Noemi - aggiunge zia Manola, mentre aiuta Nurcaro a mangiare - questa è la cosa più importante, che la bimba stia meglio».

Il ricovero del pregiudicato di San Giovanni a Teduccio potrebbe durare ancora poche ore, concludersi a breve. Se non dovessero intervenire complicazioni, infatti, il paziente è da considerare «dimissibile per controllo ambulatoriale» come si legge nella sua cartella clinica. Il rischio più grande per la vita di Nurcaro, che era l’edema provocato dalla lacerazione per i fori di entrata e uscita del colpo all’altezza del collo, è ormai superato. L’equipe di otorinolaringoiatri dell’Ospedale del Mare ha eseguito lo scorso 7 maggio una delicata operazione di tracheotomia che ha permesso la ripresa delle sue funzioni respiratorie, deglutitoria e fonatoria. L’uomo era giunto nel presidio di Ponticelli, il 3 maggio scorso, giorno del raid in piazza Nazionale, a seguito della prima assistenza fornita nel reparto di Rianimazione del Loreto Mare. Le lesioni d’arma da fuoco sul corpo del 32enne erano tre, compresa la più grave al collo e altre due ferite alle spalle senza alcun interessamento delle ossa o di organi vitali. 

Dopo la permanenza nel reparto di Rianimazione con respirazione assistita durante il secondo ricovero ospedaliero, nella struttura di via Enrico Russo, i sanitari hanno proceduto all’operazione chirurgica per la ferita al collo. Infine a conclusione del monitoraggio dei parametri clinici, considerati stabili e con la ripresa della respirazione autonoma, Nurcaro è stato ricoverato in Chirurgia generale dove potrebbe essere dimesso a partire da oggi. «Noi ci preoccupiamo di accudire il nostro parente ma c’è ancora strada da fare e forse una riabilitazione - hanno detto i familiari dell’uomo, a proposito della sua ripresa fisica - siamo stati seguiti con grande professionalità dai medici e non ci occupiamo del resto su cui non abbiamo nulla da dichiarare». Certo è che il miglioramento delle condizioni di salute del pregiudicato costituisce un elemento significativo anche per le indagini in corso. Ora che, in qualche modo, potrà essere acquisita la testimonianza della vittima designata dell’agguato, potrebbero esserci svolte nell’attività investigativa che sta minuziosamente ricostruendo i retroscena del raid di fuoco. 
 

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