Omicidio a Napoli, boss ucciso con venti colpi tra la folla: è la faida per la droga nei vicoli del centro storico

Omicidio a Napoli, boss ucciso con venti colpi tra la folla: è la faida per la droga nei vicoli del centro storico
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 12 Settembre 2021, 08:33
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Le carte da gioco sparse sul pavimento, tavolini e sedie ribaltati, sangue ovunque. Alle 15,45 di un sabato di fine estate il circoletto ricreativo di vico Fico al Mercato si trasforma in una camera degli orrori: i sicari scendono dalle moto e si dirigono verso Salvatore Astuto, 57enne pregiudicato della zona. È lui che stanno cercando: l'uomo li vede e cerca di rifugiarsi nel terraneo in cui una decina di persone stanno giocando a carte. Si scatena un inferno di piombo: e sotto il fuoco incrociato Astuto viene raggiunto da una ventina di proiettili, gli ultimi dei quali esplosi a bruciapelo al volto.

Astuto muore sul colpo.

Ma il bilancio finale di questo nuovo raid di camorra nel pieno centro storico di Napoli avrebbe potuto essere ben più tragico: perché sia all'interno che all'esterno del circolo ricreativo preso di mira stazionavano tantissime persone. Ed è già un miracolo se la furia dei killer non sia riuscita a rendere ancora più pesante la conta dei morti e dei feriti. L'arrivo del gruppo di fuoco ha seminato il panico in una zona sempre molto popolata. In quel momento, in strada, c'erano anche dei bambini.

Sul posto sono giunti i carabinieri del comando provinciale. I militari stanno analizzando le telecamere di sorveglianza in zona e raccogliendo le testimonianze di alcuni dei presenti; inutile aggiungere che su quest'ultimo fronte il cammino resta in salita: come sempre, nessuno dice di aver visto o riconosciuto qualcuno nel gruppo dei sicari.

Un fatto è certo. Anzi due: questo omicidio determinerà inevitabili sussulti nel magma incandescente che scorre nei meandri della camorra cittadina. Seconda certezza: l'esecuzione di Astuto è maturata nel giro dei soldi legati al traffico di stupefacenti. La doga, la maledetta droga che con il racket è la benzina che muove l'economia della criminalità organizzata. 

Astuto aveva precedenti specifici per droga e qualche segnalazione come magliaro che trafficava con l'estero. E recenti informative di polizia giudiziaria indicavano il 57enne come uno dei gestori di una piazza di spaccio nella zona del Mercato. Storicamente legata al clan Rinaldi di San Giovanni a Teduccio, la banda diretta dalla vittima pagava ai Mazzarella il pizzo per poter vendere cocaina e hashish nella zona compresa tra le Case Nuove e piazza Mercato. Strategicamente oscillava tra queste due cosche, Rinaldi e Mazzarella. Astuto, poi, era anche l'ex suocero di Alberto Mazzarella, figlio di Gennaro detto o schizzo.

 

Dunque Salvatore Astuto non era uno qualunque, un quivis sconosciuto nel panorama delinquenziale del Mercato. Questo significa che è più che probabile che prima di ordinarne la sua morte si siano informati i vertici di chi comanda incontrastato al Mercato. Non si commette un'azione di fuoco tanto eclatante e accompagnata da un'organizzazione che ha funzionato perfettamente se non si ha il completo controllo del territorio.

E dunque? Dunque c'è da presumere che dietro la decisione di eliminare il 57enne ci sia uno sgarro importante commesso dalla vittima: una di quelle azioni che la camorra non tollera e non perdona.

Preoccupa l'ennesima eclatante prova di forza di una camorra, che irrompe in piena campagna elettorale. «Oltre 20 colpi sparati in pieno giorno, tra la gente. Non possiamo più tollerarlo. Laddove non fosse chiaro, laddove fosse stato necessario ricordarlo, la sicurezza è il primo obiettivo che ogni programma elettorale per questa città deve prevedere»: è il commento di Gianfranco Wurzburger, presidente Asso.Gio.Ca e candidato consigliere nella lista Manfredi Sindaco. Per il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Borrelli, «il brutale assassinio di un pregiudicato in vico Fico al Mercato, ucciso questo pomeriggio senza pietà con dieci colpi di pistola, riapre dolorosamente il tema della sicurezza in città. Una camorra senza freni che non esita a sparare in pieno giorno, tra la gente. L'ennesima esecuzione in strada che sa di sfida allo Stato». 

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