Omicidio nel Napoletano, il re della droga massacrato sotto casa: un colpo alla testa e due al torace

Omicidio nel Napoletano, il re della droga massacrato sotto casa: un colpo alla testa e due al torace
di Pino Neri
Venerdì 20 Dicembre 2019, 07:30 - Ultimo agg. 11:53
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L'ultimo morto ammazzato nel territorio di Acerra risale a dieci mesi fa, quando il 16 febbraio è stato ucciso sotto casa Vincenzo Mariniello, pregiudicato di 46 anni. Una lunga tregua in un territorio storicamente molto difficile che è stata interrotta in pieno clima natalizio, nel tardo pomeriggio di ieri, dall'uccisione di Giuseppe Avventurato. Non si sa se i due omicidi siano collegati. Indaga la polizia di Stato. Quel che è certo è che le modalità e i contesti dei due fatti di sangue si assomigliano molto. Come Mariniello infatti Giuseppe Avventurato è stato ammazzato sotto casa sua, un basso al civico 76 di corso della Resistenza (le abitazioni di entrambi distano appena qualche centinaio di metri tra loro, quella di Mariniello è in via Nenni, a pochi passi). Stesse modalità anche nella mera esecuzione dell'agguato: un colpo alla testa, letale, e altri due colpi al torace. Sia Mariniello che Avventurato erano inoltre della medesima generazione, quasi coetanei: 46 anni il primo, 48 l'uomo appena ucciso. Ed entrambi facevano parte di un pezzo significativo della camorra locale. Mariniello era il figlio del boss Gennaro, ammazzato da un tiratore scelto mentre era sul terrazzo di casa, sempre nel centro di Acerra. Era il 2000. Per raccontare invece altri fatti di sangue della famiglia Avventurato bisogna risalire alla fine degli anni Ottanta, quando cioè nel 1988 furono uccisi il padre di Giuseppe, Domenico e uno zio, il fratello del papà. Una mattanza che all'epoca fu inquadrata nell'ambito della terribile guerra di camorra tra la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e la Nuova Famiglia che avrebbe dominato il trentennio successivo, con i casalesi, gli Alfieri, i Fabbrocino.
 

 

Ma questa è un'altra storia. Gli scenari adesso sono molto diversi anche se le dinastie restano più o meno quelle. Comunque ora di morti ammazzati sulle strade di questa parte del Napoletano ce ne sono per fortuna di meno. Ma i traffici illeciti non cambiano: droga, estorsioni e appalti al primo posto. Quest'anno però le armi ad Acerra hanno tuonato due volte. Prima c'erano stati più di tre anni di vera e propria pax mafiosa, seguita all'omicidio, avvenuto il 19 settembre del 2015, di Adalberto Ignazio Caruso, pregiudicato di 57 anni, cognato di un personaggio considerato di spicco dall'antimafia, Cuono Lombardi. Caruso fu freddato con un colpo alla nuca in piazza San Pietro, vicinissimo al marciapiede dove è stato ucciso Avventurato, sul conto del quale ci sono da registrare tre arresti relativamente recenti. Uno, risalente a quattro anni fa, riguarda una tentata estorsione a una sala giochi. Gli altri due, rispettivamente del 2017 e del 2018, per altrettante violazioni di misure restrittive disposte dalla magistratura. Avventurato nel frattempo doveva essere processato con il fratello Giancarlo per associazione finalizzata al traffico di droga.
Un processo che riguarda 23 personaggi della criminalità acerrana. Un'associazione a delinquere che negli ultimi tempi si sarebbe spartita il territorio per spacciare in ogni angolo crack, cocaina hashish e marijuana. Anche a domicilio. Tra gli imputati spiccano i nomi di Gaetano Soriano, Antonio e Vincenzo Di Buono, Antonio e Filomena De Falco, Pasquale Tortora. Tutte famiglie che contano da queste parti.

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