Omicron 2, primo caso in Campania: contagiata una bimba di Pomigliano

Omicron 2, primo caso in Campania: contagiata una bimba di Pomigliano
di Ettore Mautone
Venerdì 28 Gennaio 2022, 22:17 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 12:42
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È stata sequenziata al Tigem di Pozzuoli la prima variante Omicron 2 in Campania: il tampone, sottoposto ad analisi genetica nell'ambito della sorveglianza nazionale, appartiene a una bambina di 8 anni residente a Pomigliano d'Arco vaccinata con una singola dose. La bambina il 16 gennaio era risultata positiva, paucisintomatica, e 10 giorni dopo, il 26 gennaio, al tampone di fine isolamento, si è negativizzata. Trattandosi di una persona giovane il suo decorso clinico non è  indicativo della patogenicità della variante ma fa quello che se ne sa in generale il comportamento clinico è  simile a quello di Omicron 1 ma con un profilo di maggiore infettivitá.

È stata sequenziata al Cotugno la prima variante Omicron 2 in Campania: il tampone, sottoposto ad analisi genetica nell'ambito della sorveglianza nazionale, appartiene a una ragazza di 18 anni residente a Pomigliano d'Arco vaccinata col monodose Johnson & Johnson e non ancora sottoposta a dose booster.

La ragazza il 16 gennaio era risultata positiva, paucisintomatica, e 10 giorni dopo, il 26 gennaio, al tampone di fine isolamento, si è negativizzata. Trattandosi di una persona giovane il suo decorso clinico non fa testo.

In Italia la sottovariante BA.2, ribattezzata appunto Omicron 2, è attualmente presente in 9 Regioni. Oltre la Campania in Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Toscana con 21 sequenziamenti effettuati finora sia autonomamente della regioni (come al San Martino di Genova) sia nell'ambito della sorveglianza nazionale effettuata per conto dell'Istituto superiore di Sanità. Attualmente in Italia la sua prevalenza è pari all’1% delle sequenze classificate come Omicron. Secondo il direttore generale del ministero della Salute Giovanni Rezza: «Non differisce molto nelle caratteristiche rispetto ad Omicron 1».

In realtà da quanto rivela i genetisti del Tigem che insieme a Cotugno e Istituto Zooprofilattico effettuano in Catania i sequenziamenti si tratta di una una versione di Sars-Cov-2 che rappresenta una ulteriore evoluzione di Omicron da cui differisce per 27 mutazioni di cui 10 sono uniche laddove Omicron differisce dalla versione Delta per 47 mutazioni di ci 32 uniche. Grazie a queste mutazioni la variante Omicron, individuata per la prima volta in Sudafrica lo scorso novembre, assorbe oggi quasi il 100 per cento dei virus circolanti e la Delta rappresenta ormai solo il 5 per cento dei rilievi. Dalle prime segnalazioni di metà novembre Omicron ha impiegato poco più di due mesi per soppiantare Delta. Ora a farsi largo ci sono le sottovarianti di Omicron, oltre alla madre B.1.1.529 le sottovarianti Omicron 1 (BA.1)., Omicron 2 (BA.2) e Omicron 3 (BA.3). «È di un certo interesse il fatto che Omicron 2 è causa di più del 50% di infezioni da Sars-CoV-2 in alcuni Paesi Europei tra i quali, in particolare, la Danimarca», conclude l’Iss.

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Le mutazioni che le danno vantaggio sono tutte concentrate sulla proteina Spike con il quale il virus aggancia le cellule umane. Le prime segnalazioni della BA.2 si sono avute a metà dicembre in India. Secondo alcuni studi recenti e calcoli epidemiologici Omicron 2 sarebbe contagiosa circa il doppio di Omicron. Questo potrebbe ridare una spinta alle nuove infezioni e anche provocare una certa quota di reinfezioni. Secondo il genetista napoletano Andrea Ballabio, direttore del Tigem, «il processo di adattamento all'ospite del virus continua e la cosa fondamentale da monitorare sono gli esiti delle infezioni ossia i ricoveri e i decessi che nei paesi come la Danimarca in cui Omicron 2 si sta affermando non sembra stiano aumentando. Questo soprattutto perché incontra una popolazione quasi completamente vaccinata».  

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