Napoli, Ospedale del Mare nel caos: «Subito un direttore sanitario a tempo pieno, non a metà»

Napoli, Ospedale del Mare nel caos: «Subito un direttore sanitario a tempo pieno, non a metà»
di Ettore Mautone
Venerdì 9 Aprile 2021, 08:41 - Ultimo agg. 10 Aprile, 09:17
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Ospedale del mare: la priorità è la nomina di un direttore sanitario di presidio a tempo pieno: a chiederlo a gran voce, come punto di partenza per il riassetto dell'ospedale, è la Uil Funzione pubblica. All'indomani dell'addio di Pio Zannetti, ex primario dell'Unità di Anestesia e Rianimazione del presidio di Napoli est (le sue dimissioni sono diventate operative da mercoledì scorso) il segretario regionale dell'Unione italiana del Lavoro Vincenzo Martone rilancia un documento rivendicativo già trasmesso alla direzione della Asl agli inizi dello scorso marzo. Il contesto è quello dell'emergenza determinata dalla recrudescenza dell'epidemia Covid in Campania ed in particolare a Napoli e Provincia con il conseguente grave intasamento dei due principali hub di Pronto soccorso della città, il Cardarelli e appunto l'Ospedale del Mare. La Uil-Fpl Campania punta il dito sulle note difficoltà organizzative all'Ospedale del Mare che pur assorbendo molte delle funzioni perse con la chiusura, per dissesto, degli Incurabili, per riconversione a poliambulatorio del San Gennaro, dell'Ascalesi (diventato succursale del Pascale) e da un anno o quasi anche del Loreto Mare e San Giovanni Bosco, assorbiti a funzioni di Covid Hospital, non ha ancora raggiunto un assetto tale da sostenere il fabbisogno di una vastissima fetta di utenza.


«Considerando la complessità della gestione di questo grande nosocomio, riteniamo fondamentale la presenza di un direttore sanitario di ruolo totalmente dedicato a questa funzione - avverte la Uil - e non a scavalco con il ruolo di direttore sanitario centrale come avviene attualmente. L'Asl Napoli 1 è l'azienda sanitaria più grande d'Europa ed è impossibile per una singola persona, pur se dotata di grandissima competenza professionale e di encomiabile spirito di servizio, riuscire a governare contemporaneamente i due dedicati ruoli». Insomma da un lato c'è il riconoscimento delle capacità dell'attuale direttore Maria Corvino dall'altro l'indicazione del limite rappresentato dal fatto che la stessa è anche direttore dell'area sanitaria strategica dell'intera azienda sanitaria.

Uno dei nodi venuti al pettine con l'emergenza epidemica riguarda l'affollamento dell'area del pronto soccorso che ha assorbito per intero l'onda d'urto del Covid. L'imbuto che si crea in pronto soccorso è generato dai reparti specialistici che non sempre garantiscono la necessaria ricettività di pazienti giunti in emergenza e stabilizzati ma che occorre avviare a cure specialistiche per affezioni di interesse medico e chirurgico (ictus, aneurismi, emorragie, ecc). Ciò genera ritardi nella presa in carico assistenziale, rischi di contagio e anche aumentati carichi di responsabilità sul versante del rischio clinico.

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Sotto la lente anche la penuria di personale: la scarsità di medici di accettazione e d'urgenza si è risolta richiamando personale medico e chirurgico in servizio presso i reparti specialistici o superspecialistici che non avendo un'adeguata formazione in medicina e chirurgia d'urgenza, ha creato un ulteriore senso di frustrazione e sconforto con conseguente affollamento dell'area di Astanteria. Infine l'allungamento delle liste di attesa per gli interventi di chirurgia programmata e la fuga dei professionisti dall'ospedale. Molti primari si sentono penalizzati dalla necessità dell'Ospedale di dedicarsi all'emergenza Covid con conseguente riduzione delle sedute operatorie. Intanto si attende che venga esperita la procedura per individuare un sostituito di Zannetti (il contratto prevede un avviso interno solo per titoli). Tra i papabili Giovanni Cirillo, già responsabile agli Incurabili (prima della chiusura) ospedale da cui proveniva lo stesso Zannetti.

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