A Pomigliano c'è una discarica di rifiuti enorme. Si trova occultata sotto il terreno. E' un ecomostro gigantesco, ampio quanto quattro campi di calcio e profondo quanto un palazzo di sei piani. Furono i camorristi a realizzarlo, tra il 1984 e il 1988, e furono sempre gli stessi camorristi a decidere di viverci sopra, realizzando le loro ville sulla superficie di quell'immonda bomba ecologica. Intanto il caso è esploso. La Regione ha inviato una richiesta ufficiale al Comune per mettere subito in sicurezza il sito. Ma i soldi per farlo non ci sono.
Il sindaco di Pomigliano, Gianluca Del Mastro, ha quindi avviato un dialogo con l'assessore regionale all'ambiente, il vicepresidente della giunta regionale Fulvio Bonavitacola.
La discarica ha un volume di 500mila metri cubi di scarti interrati fino a una profondità di venti metri e per un'ampiezza di quasi quattro campi di calcio (25mila metri quadrati). Sulla gigantesca discarica i boss della zona (il clan Foria) costruirono le loro ville, poi non completate perché nel frattempo furono confiscate dall'antimafia e infine consegnate al Comune. Intanto lo stesso Comune, nel 2018, voleva realizzare nell'area confiscata una comunità alloggio per anziani e degli orti urbani, vale a dire proprio sulla maxi discarica. Nel 2019 la municipalità ha anche avuto un finanziamento europeo di un milione e mezzo di euro per concretizzare il progetto. Però la nuova amministrazione, giunta al timone dell'ente nell'ottobre del 2020, ha accertato in via definitiva che l'area è inquinata dopo aver vagliato un accurato carotaggio.
La Regione ha quindi ordinato l'immediata messa in sicurezza dell'intero sito per proteggere la falda acquifera. Ma l'allarme sussiste. Secondo le analisi nella zona sono stati superati i livelli consentiti di contaminazione da idrocarburi. Ieri intanto c'è stato un incontro sulla vicenda, alla Regione, con esponenti dell'amministrazione comunale. Ci sono vari ostacoli: il progetto della casa di riposo e degli orti è da rifare perché ci vogliono ingenti risorse per bonificare tutta l'area ma nel frattempo c'è il rischio che il finanziamento europeo vada perduto. Un altro aspetto che colpisce è che i camorristi dopo aver fatto riempire di rifiuti la cava vi hanno anche voluto costruire le loro case. Era il 1988, epoca in cui non c'era la piena consapevolezza della pericolosità delle discariche. Comunque il sindaco di Pomigliano è fiducioso. «Finalmente annuncia il primo cittadino - l'amministrazione comunale ha una visione per l'enorme discarica di masseria Castello. Siamo riusciti ad attivare un tavolo tecnico tra i nostri uffici, l'Arpac e la Regione Campania per arrivare a programmare un piano di caratterizzazione che permetterà, in tempi rapidi, la messa in sicurezza di tutta l'area.».