Pomigliano: inseguiti dalla babygang, si rifugiano dai carabinieri

Pomigliano: inseguiti dalla babygang, si rifugiano dai carabinieri
di Pino Neri
Mercoledì 16 Maggio 2018, 07:00
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POMIGLIANO - Fine settimana di terrore per quattro studenti universitari di Casalnuovo. Nella notte tra sabato e domenica sono stati bloccati, inseguiti per chilometri e ripetutamente minacciati da tre ragazzini a bordo di uno stesso scooter. Calci e pugni scagliati contro la vettura in cui si trovavano le due coppie di giovani ventiseienni al ritorno da una serata tranquilla trascorsa nei locali di Pomigliano. Da questa vicenda è scaturito un video virale. Un filmato in cui una delle vittime, Alessio Colella, racconta l'incubo appena vissuto.

Come tanti ragazzi sabato sera Alessio, la sua fidanzata e una coppia di amici si sono ritrovati per passare un po' di tempo insieme, per rilassarsi, divertirsi. Meta prescelta: Pomigliano, dove c'è una miriade di locali, pub, ristoranti. «Una volta nel locale: qualche storia su instagram, il selfie a tavola e qualche aneddoto da ricordare», racconta Alessio nel video. All'una e mezza della notte i quattro giovani si mettono poi in auto per fare ritorno a casa. L'incubo inizia su via Roma, strada, principale, zona vecchia di Pomigliano. Tre minorenni, tutti a bordo dello stesso scooter, affiancano la loro vettura. «Appena li ho visti ho capito che non erano lucidissimi - racconta ancora nel video Alessio sembravano pronti a spezzare la monotonia di una serata che a quanto pare non gli aveva dato soddisfazione». È un attimo: si scatena la paura. I tre ragazzetti scagliano improvvisamente calci e pugni sull'auto dei giovani di Casalnuovo. «Le ragazze, sedute sul divano posteriore dell'auto, erano terrorizzate racconta Colella quei tre stavano tentando di aprire la vettura da distanza molto ravvicinata». Ma Alessio non ha voluto accelerare. Sarebbe stato troppo pericoloso su quella strada stretta e trafficata. Perciò i quattro studenti universitari sono rimasti «in ostaggio» dei bulli per dieci, lunghissimi, minuti. «In quel frangente abbiamo chiamato i carabinieri attraverso il telefonino aggiungono le vittime della violenza abbiamo detto loro che di lì a poco saremmo arrivati alla caserma dei carabinieri di Casalnuovo». I militari hanno risposto che avrebbero subito inviato in zona una pattuglia. Il folle inseguimento è durato ancora alcune centinaia di metri. Quando però, all'altezza di via Nazionale delle Puglie, i molestatori si sono resi conto che la vettura delle vittime stava correndo nella direzione della vicina tenenza dei carabinieri, hanno deciso di mollare la presa. L'inseguimento è terminato all'altezza della frazione di Tavernanova, a poca distanza dal presidio militare, dove gli inseguiti sono riusciti finalmente a ritrovare un minimo di serenità.
 
«Fortunatamente non è successo niente conclude Alessio Colella ma è stato difficile mantenere la calma e prendere le giuste decisioni, proprio per non trasformare il tutto in una tragedia». Sulla base di questa brutta esperienza è scaturito una sorta di manuale anti-violenza diramato via web. «Non bisogna rispondere alle provocazioni il consiglio di Alessio inoltre bisogna tenere sempre chiuse le portiere della macchina ed è necessario evitare manovre brusche. Infine per quanto possibile bisogna stare lontani dai vetri». L'appello è a rafforzare i controlli delle forze dell'ordine nel territorio a est di Napoli, almeno nei fine settimana. La stagione calda è alle porte e i pericoli aumentano. Ci si chiede però come mai Alessio e i suoi amici non abbiano sporto denuncia ai carabinieri. «Alla fine risponde Alessio nessuno si è fatto male: abbiamo deciso così».

Ma non è stato possibile capire cosa volessero i malintenzionati. «Noi eravamo chiusi in auto spiega ancora Colella - non abbiamo distinto bene le parole. Sicuramente cercavano di attirare la nostra attenzione in tutti i modi. Hanno provato diverse volte ad aprire le portiere ma magari il loro intento non era neanche quello di rubare qualcosa. L'impressione che ho avuto è che volessero solo divertirsi per puro gioco. Ecco perchè ho deciso di fare il video: il problema che volevo trattare oltre il singolo episodio era di tipo sociale».
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