Pompei, lavori «gonfiati» per dare spettacolo: Fiori paga il danno erariale

Pompei, lavori «gonfiati» per dare spettacolo: Fiori paga il danno erariale
di Dario Sautto
Martedì 30 Aprile 2019, 09:45 - Ultimo agg. 10:25
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Lavori d'urgenza «per chiudere l'esperienza commissariale in modo spettacolare»: ci fu danno erariale nel frettoloso restauro del Teatro Grande degli Scavi di Pompei. La terza sezione d'Appello della Corte dei Conti ha condannato l'ex commissario straordinario, Marcello Fiori, a risarcire 400mila euro in favore del Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
 
La sentenza, a firma del presidente di collegio Angelo Canale, ribalta l'assoluzione arrivata in primo grado nel 2017 e riscrive la storia di quel maggio 2010. Le indagini dei finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata avevano portato al sequestro del Teatro Grande degli scavi e a ipotizzare un danno erariale superiore ai 5 milioni di euro, con sigilli a proprietà e conti correnti per l'ex presidente dei circoli «Forza Silvio» in sostegno dell'allora premier Berlusconi. Adesso, però, Fiori è stato condannato «per avere impropriamente sviato pubbliche risorse dalla finalità per la quale erano state attribuite».

Prima del Grande Progetto Pompei, infatti, sull'area archeologica era arrivata una pioggia di fondi grazie al regime di emergenza e l'arrivo della Protezione Civile. Fiori, dunque, aveva in gestione 21 milioni dalla Regione e altri 18 dalla Sovrintendenza speciale di Napoli e Pompei. Dopo aver firmato la revoca dello stato di emergenza, negli stessi giorni Fiori affidò i lavori «urgenti» di restauro direttamente alla «Caccavo srl» che, da 475mila euro, arrivarono ad oltre 5 milioni. «Il Teatro Grande fu trasformato come un'Arena di Verona del sud» per ospitare la stagione teatrale del San Carlo. Ma concludono i giudici i compiti di valorizzazione assegnati al commissario «dovevano passare prima al vaglio della Commissione generale di indirizzo e coordinamento» che Fiori bypassò. Sul fronte penale, il processo rischia di chiudersi con la prescrizione già in primo grado.

 
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