Ponticelli, l'offensiva dei de Micco: nuova stesa, sfiorata la tragedia

Ponticelli, l'offensiva dei de Micco: nuova stesa, sfiorata la tragedia
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 1 Dicembre 2017, 12:47
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Si torna a sparare a Ponticelli. E a mostrare i muscoli sono ancora una volta i «pistoleri» del clan De Micco. Una nuova stesa a Ponticelli: nel cuore del pomeriggio di mercoledì, nella centrale via Camillo de Meis, è tornato il terrore.

Erano almeno in sei-otto persone: tutte a bordo dei soliti scooter usati per mettere a segno un raid armato ee poi fuggire via. Solito copione. Ma, questa volta, il raid ha il sapore di una doppia sfida. Si è sparato non soltanto per «marcare» il territorio, ma anche e soprattutto per dimostrare che dopo il blitz che ha portato in carcere 23 persone la cosca c'è, resiste, forte più che mai, e ha il controllo del quartiere.

Un fatto gravissimo, che avrebbe potuto anche avere conseguenze più gravi. La gragnuola di colpi messa asegno intorno alle 18,30 di due giorni fa nell'area occidentale di Napoli solo per un caso fortuito non ha causato vittime o feriti. Uno degli oltre dieci colpi di pistola esplosi in aria ha terminato la sua corsa nella stanza da letto delle figlie di un uomo residente in zona che, almeno al momento, non risulta essere l'obiettivo del raid. Per fortuna, in quel momento, la stanza era vuota: le figlie dell'uomo erano fuori casa. Poco dopo, nello stesso quartiere, le volanti del commissariato hanno intercettato alcune persone incappucciate che si allontanavano dal luogo del raid in sella a degli scooter. È scattato un inseguimento. Gli agenti sono riusciti a fermare alcune persone sulle quali sono in corso accertamenti.

Due i fermati. Si tratta di giovanissimi che - dopo essere stati identificati - sono stati rilasciati in attesa di ulteriori accertamenti. Dai primi riscontri non sarebbero stati armati e dunque non possono essere ritenuti i responsabili dell'agguato. Nella stanza da letto perforata dal proiettile vagante la Polizia Scientifica ha trovato e sequestrato un'ogiva calibro 7,65. A terra, davanti all'edificio, invece, un proiettile inesploso, sempre dello stesso calibro.
Solo poche ore prima dell'ultima stesa la Squadra mobile di Napoli aveva eseguito 23 arresti: in manette altrettante persone ritenute dalla Dda responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, ricettazione e incendio, con l'aggravante prevista dal metodo mafioso.
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