Gragnaniello e i Quartieri Spagnoli di Napoli: «Così Maradona ci ha salvato due volte»

L'artista: grazie al boom del turismo ora i giovani non scelgono più strade sbagliate

Enzo Gragnaniello
Enzo Gragnaniello
di Gennaro Di Biase
Domenica 28 Maggio 2023, 09:32 - Ultimo agg. 16:34
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Uno degli ultimi miracoli laici di D10s è la rinascita dei Quartieri Spagnoli. Ne è convinto il grande Enzo Gragnaniello, che vive nei vicoli alle spalle di via Toledo da quasi mezzo secolo.

«Maradona ha lasciato qui la sua "Z" di Zorro - esordisce - La mia vita di residente è cambiata parecchio, negli ultimi mesi». Ma soprattutto - e l'artista autore di "Cu mme" lo sottolinea più volte - «tantissima gente di questa zona ha compreso oggi, grazie al successo del turismo, che è possibile vivere senza essere costretti a percorrere vie sbagliate, e questa è una cosa impagabile».

Già: lo scudetto e il successo del santuario portano nuove economie: "La Bodega de D10S", il bar di Largo Maradona, ha appena aperto una pizzeria a Ibiza che celebra all'estero il legame tra Napoli e Diego. E, a pochi metri dal disegno del Pibe, c'è un nuovo negozio di maglie azzurre affollato da giapponesi o sudamericani.

Con il pellegrinaggio al murale del secondo scudetto, i Quartieri sono la nuova Montmartre del Mezzogiorno. Com'è cambiata la sua quotidianità?
«Oggi abito nel cuore del flusso turistico.

Vivo ai Quartieri da 40 anni, mio padre è nato ai Quartieri e io a vico Cerriglio. Posso dirle che i decibel sono sicuramente saliti e che prima si stava più tranquilli. D'altro canto, si sono aperti tanti locali e il quartiere è molto più vivo. Per stare un po' più in pace, per così dire, bisogna andare sugli scogli, in riva al mare. Ma questo non mi dispiace. I Quartieri meritavano questa rinascita e queste visite che arrivano da ogni parte del mondo. Napoli è sempre stata multirazziale. E questo è un grande vanto per la città».

In questo momento, però, c'è tanta carne al fuoco. Movida notturna, ristoranti, turismo calcistico. È una situazione tollerabile, per un abitante della zona, o è troppo?
«Al momento direi che la situazione è tollerabile. Ma piano piano bisognerà modificare qualcosa. Anche perché i residenti sono tanti, e vanno a lavorare di mattina. Le soluzioni si troveranno piano piano. Ora è arrivato tutto insieme. Ma bisognerà assestare la situazione. Saranno le istituzioni a scegliere come farlo».

Però, se lei dovesse scegliere, opterebbe per una pedonalizzazione totale dei Quartieri Spagnoli?
«A me piace molto camminare a piedi - sorride ndr - Di sicuro, quando furono edificati i quartieri nei secoli scorsi, non si pensava certo al passaggio di auto e camion. Attualmente, le vibrazioni dei mezzi in transito creano problemi ai palazzi, che sono antichissimi. La pedonalizzazione, insomma, personalmente mi piace Sarei contento se le macchine non ci arrivassero proprio nei vicoli».

Chiaro che però servono infrastrutture per evitare disagi a voi abitanti.
«Sì. Servirebbero dei parcheggi per i residenti. Spazio ce n'è al Maschio Angioino, per esempio, dove c'era l'antico mercato dei Fiori. Oppure in piazza Municipio. I ragazzi delle scuole potrebbero arrivare a piedi in classe».

Non a caso, il Comune e Anm hanno riaperto il mese scorso l'uscita secondaria della metro di Toledo, la stazione di Montecalvario, costata 30 milioni, inaugurata nel 2013 ma poi rimasta chiusa per assenza di utenza. Lei la usa?
«Qualche volta la prendo, è utile per i residenti. Ma è anche giusto che i turisti possano passare davanti ai tanti negozi di gadget del Napoli che si sono aperti ultimamente».

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A proposito: Maradona ha salvato i Quartieri. Secondo lei?
«Direi proprio di sì. Trovo bellissimo che il suo vero santuario sia qui. Diego ha lasciato in questi vicoli un'impronta simile al segno della Z di Zorro. La sua è una firma di riscatto. El Pibe de Oro è come uno di famiglia per tutti i napoletani».

Le signore dei bassi cucinano per i turisti. I ristoranti sono pieni. La gente dei Quartieri è cambiata, grazie al successo murale?
«Conosco tante persone che guardano il mondo con occhi rinnovati. I Quartieri oggi riescono a vivere di economia pulita. Gli abitanti, e anche tanti giovani, hanno compreso che non c'è bisogno di prendere strade sbagliate per sopravvivere. Si potrebbero aprire botteghe d'artigianato, magari anche all'interno delle tante chiese sconsacrate dei vicoli, per mettere a frutto ancora meglio quest'aria di riscatto. In questo modo, il turismo calcistico diventerebbe anche occasione di lavoro culturale. Dobbiamo imparare a sfruttare la genialità del nostro popolo, dargli un input a usare i guizzi che ci appartengono, in quanto napoletani».

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