Ragazza morta a Caivano: «Maria Paola era felice con Ciro ma soffriva: le discussioni mi uccidono»

Ragazza morta a Caivano: «Maria Paola era felice con Ciro ma soffriva: le discussioni mi uccidono»
di Marco Di Caterino
Lunedì 14 Settembre 2020, 08:09 - Ultimo agg. 12:13
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Caivano. Domenica. A mezzogiorno. Sole feroce e caldo: l'orrido cemento degli isolati del Parco Verde amplifica a dismisura il calore anche nelle rade chiazze di verde di alberi superstiti. Le piazze di spaccio sono in discreta attività, e il rione vive con apparente calma, la giornata festiva. Angelica e Jennifer meno di quarant'anni in due, capelli neri corvini, il muso all'insù come in un eterno selfie, sbirciano la faccia straniera e scuotono la testa a significare un «e mo' che vuoi?». Le chiediamo di Maria Paola Gaglione. Le due si guardano e si parlano con gli occhi, poi Angelica sbotta: «Che vuoi che ti dica? Nel rione la conoscevano tutti, perché era molto bella, che qui è un valore aggiunto, se non quello principale per scappare via da questo posto di m..., dove al massimo per costrizione sociale, puoi mettere su famiglia con uno spacciatore, un rapinatore o un camorrista. Una vita infame dalla quale, secondo me, Maria Paola voleva scappare, come vogliano fare un po' tutte noi».

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UNA RELAZIONE FELICE
Una radiografia impietosa, in presa diretta. Chiediamo, se conoscevano che la povera Maria Paola aveva una relazione con una ragazza, che si sentiva uomo e come tale di comportava. «Dici Ciro?», fa eco Jennifer, che poi con sgarbo aggiunge: «E che è uno scandalo? Si volevano bene, anche se hanno avuto momenti di crisi, con periodi di reciproco allontanamento ma anche di grandi e appassionati ritorno. Per quello che so, lei era felice, soprattutto da quando Ciro aveva trovato un lavoro stabile e per questo progettavano di diventare una famiglia normale. Tutto questo è stato cancellato dalla follia del fratello, a cui Maria Paola era anche molto legata e per questo soffriva moltissimo per sue incomprensioni».

Antonio (il nome è di fantasia, ndr) lavora come vedetta e guadagna dai settanta ai cento euro al giorno. Ha la stessa età di Maria Paola e già un nugolo di bambini avuti da due relazioni. E mai ti aspetteresti che un duro come quello parli con il cuore in mano e il viso solcato da lacrime subito asciugate. «Ci conoscevamo da bambini. Abbiamo fatto le scuole insieme e quando veniva a casa dei genitori si fermava a parlare con me. Mi diceva che con Ciro erano più i giorni felici che quelli bui, a causa della condizione del suo partner. Faceva progetti e si illuminava quando pensava magari ad un suo negozio di abbigliamento, o quando mi diceva che poteva fare anche l'influencer e far diventare questo posto un poco più accettabile. Negli ultimi tempi mi è sembrata essere senza energia. Mi diceva in dialetto: Le discussioni a casa mia, per la mia storia con Ciro, mi uccidono. Mi fanno sentire come una pianta a cui viene tolta l'acqua. E quando le chiedevo se era felice, si illuminava di nuovo e ridendo mi diceva un sì che non finiva mai».
 

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Dalle anime perse di questo triste posto viene proiettata una Maria Paola, solare, felice, piena di progetti, che magari non avrebbe realizzato, ma che le facevano un gran bene, terapia formidabile per combattere lo squallore del Parco Verde. Nessuno, ma proprio nessuno, soprattutto i ragazzi millennium ha mosso una critica o ha avuto da dire sulle sue scelte affettive, che da quanto si è letto sui social sono state sempre controcorrente e alternative, ma sempre stabili e piene di sentimenti. Questa generazione, quella della povera ragazza, anche al Parco Verde, nonostante gli handicapp sociali e strutturali, è sorprendentemente molto aperta, non bada all'esteriorità della coppia uomo donna, ma alle basi che sostengono un rapporto di qualsiasi genere sia. Quelli invece più in avanti con gli anni che vivono qui, sanno che persino la camorra del Parco Verde è omofoba, e vieta le coppie omossessuali, a differenza di altri posti come questo. Una pressione troppo forte, che fatto scattare il fratello di Maria Paola, in quella che lui ha definito una stronzata, che ha ucciso un'anonima eroina che probabilmente per come era, avrebbe cambiato non solo la sua famiglia ma anche il Parco Verde. Non gli hanno dato tempo.

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