Report, in campo il cardinale Sepe: «Solo il 15% delle chiese è della Curia»

«Abusi edilizi? Appena scoperti i responsabili sono stati cacciati»

Report, in campo il cardinale Sepe: «Solo il 15% delle chiese è della Curia»
di Gennaro Di Biase
Giovedì 10 Novembre 2022, 11:13
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L'ex arcivescovo Crescenzio Sepe replica a Report. La trasmissione di Rai Tre che, lunedì, ha trasmesso un servizio sulla gestione delle chiese di Napoli. «Appena il 15% degli edifici sacri in città è la risposta di Sepe dal Buon Consiglio di Capodimonte è di proprietà della diocesi». Sulla questione degli abusi edilizi, l'ex arcivescovo ha commentato: «Vero che ci sono stati dei soprusi, ma i responsabili sono stati cacciati fuori appena lo abbiamo saputo». Sepe ha poi ricordato l'esistenza di una task-force che si occupa dell'affidamento delle chiese e che segue criteri precisi.

«Avrei preferito non replicare - ha detto Sepe - per non innescare ulteriori polemiche, ma come Vescovo ho sentito l'obbligo di far conoscere la verità. Non tutte le chiese di Napoli appartengono alla diocesi, quelle che fanno capo alla Curia sono appena il 15%. In città ci sono delle chiese chiuse, e un giornalista dovrebbe conoscere come stanno le cose: abbiamo centinaia e centinaia di edifici di culto e quelli che sono di responsabilità della Curia non superano questa percentuale. Le altre sono del Fec (Fondo edifici culto, un ufficio del Ministero dell'Interno). La Chiesa del Gesù, Santa Chiara, San Lorenzo, sono tutte del Fec, come lo stesso Museo Diocesano. Poi una buona parte è del Comune e infine del Demanio. Per le nostre chiese, alcune molto antiche e talvolta in abbandono, abbiamo deciso di riaprirle ma non potendo assumerci tutto l'onere della ristrutturazione abbiamo creato una commissione e le abbiamo messe a disposizione gratuitamente. Chi le ha prese le deve ristrutturare, poi si devono rispettare le finalità del luogo di culto e dove è possibile opere a carattere sociale e culturale. E infine non vanno sub-affittate». Questi, in sintesi, i tre criteri dell'affidamento.

La proprietà delle chiese è incredibilmente ramificata. Stando all'ultimo censimento ufficiale della Curia - riportato dal Mattino nei mesi scorsi - «il numero complessivo delle chiese del centro storico (Napoli grecoromana, Unesco)», è di «203» strutture. Di queste, «79 sono attive, aperte al Culto o attività pastorali». «75», invece, le chiese «chiuse, in restauro o abbandono». «49» sono «ridotte a uso profano o in cui si svolge attività non di culto». Il report, risalente agli anni scorsi, passa poi alla selva delle proprietà: «113» edifici appartengono a Enti Ecclesiastici, «20» al Fec, «15 al Comune», «11 al Demanio», «17 a Enti privati» e ben «26» risultano addirittura di «proprietà non documentata».

«Nell'ultimo triennio - aveva spiegato su queste pagine Don Salvatore Fratellanza, presidente del Comitato delle Arciconfraternite Commissariate della Curia Arcivescovile -10 delle 40 chiese di nostra proprietà comprese nel censimento sono state oggetto di restyling, aspettano un affidamento o sono state già affidate». Sepe ha commentato anche lo stato della cittadella di Pozzuoli, citata nel servizio di Report: «Dopo aver deciso di affittare la struttura, abbiamo inviato tutto il materiale a Roma per l'autorizzazione del Vaticano. E il parere è stato pienamente positivo. Creata la fondazione, è diventata la Casa del Clero, dove ospito sacerdoti poveri ammalati.

Ognuno lì ha il suo appartamentino la sua stanza, il suo bagno, la sua televisione. E c'è assistenza: ci sono suore e medici che vengono a visitare questi sacerdoti e naturalmente tutto l'introito dell'affitto confluisce nella Casa del Clero, una delle case più belle d'Italia per i preti ammalati».

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