Scuole, incubo cyberbulli in Campania: «Un clic può uccidere»

Scuole, incubo cyberbulli in Campania: «Un clic può uccidere»
di Dario Sautto
Mercoledì 5 Ottobre 2022, 07:15 - Ultimo agg. 18:03
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Alessandro c’è, ha il volto dei duecento studenti che ieri hanno partecipato alla prima delle settanta tappe della campagna educativa promossa dalla Polizia di Stato con il ministero dell’Istruzione per mettere in guardia i giovani dai pericoli della Rete. E non è un caso che si parta proprio da Gragnano, la comunità di trentamila abitanti segnata dalla morte, il primo settembre, del 13enne vittima di cyberbullismo. «Non tradite la memoria di Alessandro. Da Gragnano parta un nuovo percorso, si mettano in campo nelle scuole best practice, vengano insegnati davvero ai ragazzi la comunicazione, il corretto utilizzo dei nuovi canali, dei social», è stato l’appello del sindaco Nello D’Auria, in apertura del tour «Una vita da social» nell’ambito del progetto «Generazioni Connesse».

Nell’aula magna della scuola «Fucini-Roncalli» erano presenti il ministro Patrizio Bianchi e il capo della polizia Lamberto Giannini, insieme all’assessore regionale all’Istruzione, Lucia Fortini, e al direttore generale dell’Ufficio istruzione Ettore Acerra. Poco prima, tutti erano in piazza Amendola, all’esterno del truck della Polizia, insieme alla dirigente del compartimento Polizia Postale della Campania, Maria Rosaria Romano, per parlare agli studenti di cyber-bullismo e dei rischi della rete.

C’erano anche i compagni di classe di Alessandro. «Perché non parliamo di Ale?», ha chiesto qualche ragazzo. «Noi ripartiamo da Gragnano – ha risposto il ministro Bianchi –, da una tragedia che ha colpito tutto il Paese.

L’Italia riparta da qui nella lotta al bullismo. Riparta dalla scuola, che deve essere apertura e non esclusione. Anche nelle tragedie più grandi, i nostri ragazzi sono capaci di reagire dimostrando di voler capire. Per i ragazzi, stiamo facendo molto, lo stiamo facendo noi, la polizia, per dimostrare che lo Stato c’è». Il ministro ha parlato dell’importanza del buon utilizzo dei cellulari e delle parole. «Ma anche noi adulti dobbiamo essere capaci di ascoltare. Questo è il segnale forte che vogliamo dare. Il ministero ha creato il portale Elisa dove si caricano tutte le esperienze positive che devono diventare patrimonio di tutti. Ma non basta la scuola. Servono la famiglia e gli Enti locali: tutti dobbiamo far capire ai ragazzi che non sono soli».

In questa battaglia, che è soprattutto educativa, la polizia è in prima linea. «È importante essere a Gragnano – ha spiegato il capo della polizia Giannini – vicini a questa comunità, testimone di quanto sia pericoloso l’uso inconsapevole della rete e anche di come dei ragazzi, senza rendersene conto, possano fare del male. Serve tanta informazione, tanta prevenzione, soprattutto nelle scuole, per dare consapevolezza ai giovani che con un click si può aprire un mondo di conoscenza, ma sempre con un click si può aprire un mondo di violenza. I ragazzi, invece, devono usufruire solo del bene che c’è nella rete». L’assessore regionale Fortini ha spiegato come fare squadra tra ragazzi citando l’esempio di Maradona: «Era il più forte di tutti, ma davanti alla porta passava la palla al compagno per fargli fare gol. Voi ragazzi dovete sempre essere pronti ad aiutare i vostri amici». Per il direttore Acerra «la scuola si deve sentire supportata, ma noi dobbiamo essere sempre più bravi a parlare meno e ascoltare di più i ragazzi».

Nel corso dell’incontro nell’aula magna, è stata letta la lettera di don Paolo, il parroco di San Leone, tra le lacrime dei ragazzi. Così come sono state cariche di commozione le parole del sindaco di Gragnano. «La scuola - ha detto D’Auria - deve cambiare le sue certezze e i suoi paradigmi. Oggi i ragazzi non hanno più una comfort zone dove rifugiarsi in caso di bullismo, con i cellulari la comunicazione arriva nelle loro stanze, nei loro letti. La scuola deve dare loro dei supporti importanti. Noi siamo qui per Alessandro, un ragazzino che io conoscevo. Siamo tutti consapevoli che Gragnano non sarà più la stessa, ma dobbiamo reagire e chiediamo aiuto allo Stato».

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