Solfatara, lo strazio dei familiari delle vittime: «Viviamo solo per il piccolo Alessio»

Solfatara, lo strazio dei familiari delle vittime: «Viviamo solo per il piccolo Alessio»
di Nello Mazzone
Giovedì 13 Settembre 2018, 11:30
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«Vogliamo ringraziare tutta la comunità di Pozzuoli per la vicinanza dimostrata, ma preferiamo vivere in famiglia e in forma strettamente privata quest'anniversario di dolore». Elisabetta Carrer è la sorella di Massimiliano, 45enne veneziano di Meolo rimasto vittima un anno fa della tragedia della Solfatara insieme alla moglie Tiziana e al primogenito Lorenzo, e con queste parole ha voluto ringraziare Pozzuoli e la sua gente che ieri hanno organizzato una messa nel santuario di San Gennaro per ricordare le vittime. Elisabetta Carrer non se l'è sentita di venire a Pozzuoli. Troppo dolore. E poi c'è da sostenere e difendere dal ricordo il piccolo Alessio, fratellino di 9 anni di Lorenzo, unico superstite e testimone del dramma. Elisabetta e il suo compagno hanno accolto in casa loro il nipotino e lo stanno crescendo come fosse un figlio loro, proteggendolo dal clamore mediatico che la vicenda ancora provoca.

Il 12 settembre di un anno fa la famiglia Carrer, in vacanza a Napoli, decise di fare una visita nell'area vulcanica della Solfatara. Lorenzo, mentre stava fotografando la Fangaia, precipitò in una voragine del terreno che si aprì all'improvviso sotto i suoi piedi: nel tentativo di salvarlo, prima il suo papà e poi la mamma furono inghiottiti nella buca e morirono, storditi dai gas. «È dura per noi familiari aggiunge Elisabetta Carrer la realtà è che ciò che è successo è troppo grande. A un anno di distanza non riusciamo ancora a rendercene conto e a focalizzarlo del tutto. Abbiamo imparato che la vita è fugace. Oggi siamo tutti concentrati su nostro nipote, che piano piano, nella normalità di tutti i giorni, sta ritrovando la serenità, e su un'infinita serie di questioni, personali e burocratiche, legate al decesso improvviso di tre persone con ancora una vita davanti». Un pensiero che è riecheggiato anche nell'omelia del parroco Giuseppe Donelli del santuario di San Gennaro alla Solfatara, pronunciata ieri mattina dinanzi ad una cinquantina di persone, tra assessori, consiglieri comunali e semplici cittadini .
 
«Abbiamo voluto organizzare questa messa perché ci è sembrato il minimo che potessimo fare per la famiglia Carrer spiega il sindaco Vincenzo Figliolia dal punto di vista delle indagini, aspettiamo il lavoro della magistratura per accertare le responsabilità e non possiamo far altro che auspicare che in tempi brevissimi vengano eseguiti gli interventi indispensabili per poter restituire al pubblico questo pezzo di territorio». Dallo scorso ottobre il sito naturalistico è sotto sequestro e completamente interdetto a turisti e visitatori, compresa l'area camping. I pm della procura di Napoli titolari dell'inchiesta, Anna Frasca e Giuliana Giuliano, hanno iscritto nel registro degli indagati, con l'ipotesi accusatoria di disastro colposo, l'amministratore della società Vulcano Solfatara srl Giorgio Angarano con gli altri cinque soci e hanno chiesto al gup Claudia Picciotti di procedere con una nuova perizia tecnica. Gli indagati hanno sempre respinto ogni addebito e sono pronti a dimostrare la loro piena innocenza. Gli avvocati della famiglia Carrer, Alberto Berardi e Vincenzo Cortellessa, intervengono con una nota: «Concordiamo sul perdurante provvedimento di sequestro del sito, che gli operatori economici e anche esponenti del mondo scientifico vorrebbero invece rendere nuovamente fruibile ai visitatori. Nella Solfatara sono risultate violate le normative di sicurezza per i lavoratori e per il pubblico. Finché permarranno tutti questi elementi di estrema pericolosità, il sito non potrà che restare chiuso».
 
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