Miasmi a Giugliano, indaga la Procura: ancora un mistero la causa delle esalazioni

Miasmi a Giugliano, indaga la Procura: ancora un mistero la causa delle esalazioni
di Valentino Di Giacomo
Martedì 28 Settembre 2021, 23:02 - Ultimo agg. 30 Settembre, 07:15
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Anche ieri mattina i residenti nell’area di Giugliano hanno di nuovo segnalato la presenza di cattivi odori. Non si placa l’emergenza ambientale in un’area tanto vasta che comprende così tanti Comuni, oltre 250mila abitanti e la presenza di vari siti di smaltimento e stoccaggio di rifiuti. Si è aperta una vera e propria caccia per scovare l’origine dei miasmi. Anche la magistratura ha cominciato a muovere i primi passi dopo le tante proteste dei cittadini. Il capo della procura di Napoli Nord, Maria Antonietta Troncone - territorialmente competente nella maggior parte delle zone interessate dai miasmi - ha avviato un’indagine. L’inchiesta si avvale principalmente dei rilevamenti e dei monitoraggi di Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, alla quale si appoggiano anche i carabinieri del Noe che non effettuano autonomi rilevamenti. Eppure, al momento, tutte le indagini condotte non hanno prodotto risultati rilevanti al punto che Arpac ha dovuto chiedere l’aiuto dei cittadini creando un canale Telegram dove è possibile raccogliere le segnalazioni dei miasmi. I cittadini che avvertono la presenza di cattivi odori possono iscriversi infatti al canale Telegram «ArpacOdorBot», un’operazione utile e di trasparenza.

«Non è detto che un cattivo odore sia dovuto all’esalazione di sostanze tossiche o nocive e - spiega al Mattino il direttore generale di Arpac, Stefano Sorvino - al momento non risultano dai nostri monitoraggi sforamenti dei parametri particolarmente significativi». Fino ad oggi le stazioni fisse e mobili per il monitoraggio dell’aria allestite non sono riuscite a risalire alla causa del fenomeno. Nell’ultimo periodo sono stati anche intensificati anche i controlli all’interno degli Stir e dei biodigestori dell’area di Giugliano con interventi congiunti dei tecnici di Arpac e del Noe dei carabinieri. Non sempre però c’è stata collaborazione, come quando venerdì notte il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi, insieme ai militari dell’Arma, si è presentato all’esterno dell’impianto della Castaldo, un biodigestore per il trattamento dei rifiuti organici nella zona Asi. Uno dei vigilanti della Castaldo non ha però fatto accedere nessuno prima dell’arrivo di uno dei responsabili. Un’azione che - viene fatto filtrare dall’Arma - provocherà una denuncia al titolare dell’impianto. Nulla di anomalo è emerso però nei centri di raccolta e trattamento dei rifiuti, salvo qualche irregolarità che ha comportato solo delle prescrizioni da parte di Arpac agli impianti interessati. «Siamo intervenuti, ma al momento - spiega il direttore Sorvino - ci sono solo ipotesi. Probabilmente i miasmi arrivano da insediamenti produttivi che trattano materiale organico». Molti cittadini segnalano però anche la presenza di odori acri che mischiano quello dei rifiuti a quello tipico della benzina. Nell’area dello Stir di Giugliano i rilevamenti registrano effettivamente livelli più alti di altri impianti del Napoletano alla voce benzene, toluene e metaxilene. Anche se in tabella non sono previsti valori di soglia nella misurazione della qualità dell’aria si tratta di sostanze nocive che spesso generano quel bruciore agli occhi, mal di gola e vomito denunciato nelle ultime settimane da diversi cittadini.

Nel lungo periodo o a grandi dosi sono sostanze che generano problemi di salute molto gravi a reni, fegato e apparato nervoso. Ma al momento non sono segnalate criticità dagli esperti.

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Intanto l’Arpac per ovviare alle carenze strutturali in organico, ha richiamato tecnici dell’Agenzia da tutte le altre province. Gli ingegneri hanno anche messo a punto per le prossime ore anche una nuova strategia calibrando una nuova strumentazione per trovare i responsabili. Si cercherà di restringere il cerchio anche su quelle aziende della zona che anche per ragioni fiscali non procedono correttamente a smaltire i rifiuti. L’origine di quel puzzo irrespirabile può arrivare - è l’ipotesi - anche da terreni o capannoni che in questi mesi hanno accumulato o smaltito illecitamente scarti di lavorazione. La parola fine, però, arriverà probabilmente dall’iniziativa della procura. Intanto ieri la Regione Campania ha escluso dal proprio programma l’allestimento di un impianto di compostaggio a Battipaglia e i fondi dirottati per sostenere il maggior costo di quelli negli Stir di Casalduni e Afragola.

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