Terra dei fuochi, incendi a raffica in tutta l'area a nordest di Napoli: ferma anche la Stellantis a Pomigliano

Terra dei fuochi, incendi a raffica in tutta l'area a nordest di Napoli: ferma anche la Stellantis a Pomigliano
di Pino Neri
Venerdì 24 Giugno 2022, 07:00 - Ultimo agg. 25 Giugno, 09:26
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Incendi a raffica in tutta l'area a nordest di Napoli, a Pomigliano, Acerra, Casalnuovo, Caivano. E stavolta la sfilza di roghi non ha coinvolto discariche abusive ubicate nelle campagne. Stavolta sono stati presi di mira tutti luoghi chiusi, recintati, di proprietà privata. Incendi nelle fabbriche, in funzione o dismesse, in depositi contenenti rifiuti di ogni sorta o negli esercizi commerciali. L'unico episodio per il quale è plausibile ipotizzare cause del tutto accidentali è l'incendio divampato poco dopo mezzogiorno di ieri in un'area all'aperto della grande fabbrica automobilistica Stellantis, a Pomigliano. Qui hanno preso fuoco alcuni grandi contenitori di plastica, in un spazio esterno ai capannoni, accanto a un filare di sterpaglie. Risultato: fiamme e una colonna di fumo nero spessa e molto alta. L'incendio è stato domato dai vigili del fuoco in pochi minuti ma l'azienda, per precauzione, ha deciso di sospendere le produzioni del secondo turno. Tutti illesi gli addetti che stavano lavorando nei pressi del rogo, che si è sviluppato davanti al capannone dell'unità plastica, lato nord dell'area industriale, davanti all'abitato di Acerra, un reparto dove si lavorano i componenti plastici delle vetture. Secondo quanto ha riferito l'azienda si sarebbero bruciati solo due contenitori vuoti. In fiamme anche le sterpaglie di un giardino che si trova accanto. «C'è chi ha ipotizzato - spiega Aniello Guarino, della Fim Cisl di Napoli, settore auto - che le fiamme siano iniziate da quelle sterpaglie. Per fortuna nessuno si è fatto male, il fuoco è stato domato in poco tempo. A causa del fumo abbiamo sollecitato l'azienda a non effettuare le produzioni del pomeriggio. La sicurezza dei lavoratori è fondamentale, come la ricerca delle cause di questi episodi». 

In effetti è già lungo l'elenco degli incendi di questo inizio d'estate davvero rovente. Incendi su cui si allunga il sospetto dell'origine dolosa. Le fiamme si sono accanite su depositi privati, vecchie fabbriche dismesse, esercizi commerciali. Quasi tutti impianti chiusi da cancelli e alti recinti ma in ogni caso trasformati in vere e proprie discariche abusive che prendono puntualmente fuoco. Episodi probabilmente di natura dolosa concepiti da menti criminali intenzionate evidentemente a sfuggire ai controlli del gruppo interforze Terra dei Fuochi, impegnato quotidianamente a setacciare campagne e spazi aperti per prevenire i roghi di rifiuti. Incendi a catena. Nella tarda mattinata di mercoledi le fiamme hanno colpito un vecchio deposito, divenuto col tempo una discarica abusiva, ad Acerra, lungo il prolungamento di Corso Italia.

Qui ha preso fuoco di tutto: migliaia di pneumatici, carcasse di frigoriferi e di forni elettrici. 

 

«Per fortuna i vigili del fuoco sono intervenuti in tempo racconta Alessandro Cannavacciuolo, dei Volontari AntiRoghi altrimenti sarebbe stato un disastro ambientale. Eppure le autorità conoscevano da tempo questa situazione». Non è finita. Martedi, a Caivano, incenerito un deposito giudiziario di auto: è stato un disastro. All'alba dello stesso giorno, ad Acerra, un devastante incendio ha distrutto un bar, in un centro sportivo privato, a via degli Etruschi. Sul posto la polizia di Stato. L'ipotesi dolosa fa sospettare la pista del racket ma c'è anche la pista del classico corto circuito. Roghi e ancora roghi. Il 6 giugno hanno preso fuoco tonnellate di rifiuti ammassati nella Liquigas di Casalnuovo, enorme fabbrica dismessa da decenni, in pieno centro cittadino. L'area è stata sequestrata dalla Municipale. Difficile pensare all'autocombustione, anche se le temperature sono elevate. Più probabile l'interesse della camorra di smaltire i rifiuti speciali delle decine di fabbrichette illegali ma anche di molti studi medici della zona. 

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