«Terra mia», la legge rischia di saltare: non c'è accordo sulle norme per le aziende che inquinano

«Terra mia», la legge rischia di saltare: non c'è accordo sulle norme per le aziende che inquinano
di Daniela De Crescenzo
Giovedì 22 Ottobre 2020, 16:12
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Dopo due anni di lavoro rischia ancora di saltare il disegno di legge Terra Mia sui reati ambientali, quello voluto dal ministro Sergio Costa anche per contrastare i reati che devastano la cosiddetta Terra dei Fuochi. La legge dovrebbe essere discussa oggi pomeriggio alle 18 in consiglio dei ministri, ma il dibattito è ancora aperto. Sono due i temi sui quali non è stato raggiunto l'accordo: il Daspo ambientale e la confisca delle aziende che dopo aver violato le norme non si rimettono in regola. 

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Il Daspo è previsto per chi provaca disastri ambientali e  prevede l'allontanamento dal propro territorio dell'imprenditore che rifiuta di rispettare le norme. La legge prescrive anche la confisca dell'azienda e il  risarcimento con i beni personali dell'imprenditore: una norma voluta per evitare che chi viola le norme e danneggia il territorio non risarcisca i cittadini impedendo di fatto allo Stato di intervenire per eliminare le cause dell'inquinamento.

Contrari al testo gli esponenti di Italia Viva che ritengono dannose norme così dure in un momento di crisi economica. Il partito di Renzi ha già ottenuto lo stop per l'articolo 2 che prevedeva l'inasprimento delle pene per le aziende zootecniche che scaricano illegalmente gli scarti nei corsi d'acqua. Il ministro Costa ha accettato di sopprimere l'articolo ritenendo che il contenuto potrebbe essere reintrodotto in Parlamento. Ma il testo che dovrebbe andare in discussione è ritenuto ancora troppo punitivo per le imprese. La legge prevede anche pene più severe per chi incendia i cassonetti: i roghi con le norme attuali vengono puniti come atto vandalico e quindi agli incendiari vengono applicate sanzioni amministrative.

Con la nuova legge appiccare il fuoco ai rifiuti diventerebbe un reato penale. Non solo: la tutela ambientale verrebbe considerata alla pari dei diritti dei minori e della salute pubblica e quindi per garantirla sarebbe possibile usare stessi strumenti previsti dal codice  antimafia. 

Ma per il momento sul sito del governo non è stato ancora pubblicato l'ordine del giorno del consiglio dei ministri che comincerà alle 18, segno che il dibattito è ancora aperto.

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