Tifoso morto prima di Inter-Napoli, la Procura generale: «Solo omicidio stradale per l'ultrà napoletano»

Tifoso morto prima di Inter-Napoli, la Procura generale: «Solo omicidio stradale per l'ultrà napoletano»
Mercoledì 29 Settembre 2021, 10:18 - Ultimo agg. 25 Marzo, 02:06
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La Procura generale di Milano, non condividendo l'impostazione della Procura che aveva presentato appello per sostenere il riconoscimento dell'omicidio volontario, ha chiesto la conferma della condanna a 4 anni per omicidio stradale per Fabio Manduca, l'ultrà napoletano arrestato nel 2019 per aver travolto e ucciso con il proprio suv il tifoso del Varese Daniele Belardinelli, morto negli scontri del 26 dicembre 2018, in via Novara, poco lontano dallo stadio di San Siro, prima della partita tra Inter e Napoli. In primo grado i pm Stagnaro e Bordieri avevano chiesto una condanna a 16 anni per omicidio volontario col «dolo eventuale», ossia con l'accettazione del rischio del verificarsi dell'evento, ma il gup Carlo Ottone De Marchi il 30 novembre 2020 ha condannato in abbreviato Manduca (arrestato nell'ottobre 2019) per omicidio stradale.

Per il giudice, infatti, l'ultrà, difeso dal legale Eugenio Briatico, pur avendo messo in atto «una guida pericolosa» violando «fondamentali regole di cautela» e causando per «colpa» il «grave investimento nel quale ha perso la vita» Belardinelli, non aveva una «volontà dolosa» di uccidere. Il sostituto pg Nicola Balice, davanti alla Corte d'Assise d'appello di Milano, ha spiegato che quella di primo grado è una «sentenza equilibrata» rispetto agli elementi emersi dalle indagini e che la ricostruzione alternativa dell'omicidio volontario è solo «ipotetica». Contro la sentenza del gup hanno presentato appello anche i familiari di Belardinelli (presenti in aula) coi legali Fabio Bossi e Gianmarco Beraldo. 

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 Lo scorso gennaio a Manduca, che era finito anche in carcere, erano stati revocati i domiciliari e per lui era stato disposto l'obbligo di dimora. L'ipotesi dell'omicidio volontario era stata confermata dal gip Guido Salvini, che nell'ottobre 2019 ordinò l'arresto del 40enne, e successivamente anche dal Riesame. Infine, era stata rafforzata da una consulenza richiesta dai pm e firmata da esperti. L'ultrà, ha scritto il giudice nelle motivazioni della sentenza, voleva «abbandonare al più presto la situazione di guerriglia» che si era creata, determinata «dall'agguato sulla strada da parte dei tifosi interisti». E ha messo in atto «una guida pericolosa» causando per «colpa» il «grave investimento», mentre si può escludere, però, che avesse una «volontà dolosa» di uccidere.

I pm hanno contestato la ricostruzione del gup sulla dinamica dell'investimento, spiegando che l'ultrà con la sua auto aveva puntato contro il gruppo di interisti. Tesi non condivisa ora dalla Procura generale. Il gup aveva anche riconosciuto all'imputato l'attenuante del «concorso» del «fatto doloso della persona offesa». Gli ultras interisti, alleati con tifosi del Varese e del Nizza, «per primi avevano invaso la carreggiata di via Novara e avevano attaccato la carovana dei tifosi napoletani» e Belardinelli «è stato uno dei primi a dare vita alla rissa, invadendo la corsia e colpendo il vetro del Ford Transit che precedeva l'auto del Manduca».

Per la difesa, invece, mancano le prove per sostenere che sia stato Manduca a travolgere e uccidere col suo suv Belardinelli e, dunque, dovrebbe essere assolto. Dopo il pg parleranno i legali di parte civile e il difensore.

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