Due amiche 14enni in fuga a Napoli per incontrare l'idolo dei social

Due amiche 14enni in fuga a Napoli per incontrare l'idolo dei social
di Francesca Mari
Sabato 7 Settembre 2019, 23:00 - Ultimo agg. 8 Settembre, 17:38
3 Minuti di Lettura
A soli 14 anni sono scappate di casa nel cuore della notte e hanno intrapreso un viaggio sui mezzi pubblici, da Roma a Napoli, per conoscere «Raffo», l’influencer o «muser» seguito su Tik Tok, la nuova piattaforma social per bambini e ragazzi.  In shorts e scarpette da ginnastica, zaini in spalla, Greta e Giada (nomi di fantasia), amiche per la pelle e appena iscritte in prima superiore, qualche notte fa sono uscite dalla casa di Greta, nel Comune di Fiumicino (Roma) e indisturbate hanno preso autobus e treno fino ad arrivare a Napoli.
 
Qui hanno fatto un po’ di confusione e sono salite su un treno della Circum, e sono scese a Torre del Greco: grazie alla polizia del commissariato locale alla guida del primo dirigente Davide Della Cioppa e a due anziane del posto che si sono prese cura di loro, sono quindi state consegnate sane e salve ai propri genitori, arrivati in fretta e furia dalla Capitale.

Una bravata, un gioco, un atto di ribellione tipico dell’età adolescenziale che si è concluso con un lieto fine, ma che poteva evolvere in dramma e che accende i riflettori sui pericoli della Rete, soprattutto quando a finire impigliati tra le sue trame sono bambini o giovanissimi. Le due amiche avevano conosciuto «Raffo», un 17enne influencer di Napoli, sul social Tik Tok, piattaforma di condivisione video lanciata in Cina nel 2016 e tra le più scaricate al mondo. Il social è frequentato per lo più da minori tra i 6 e i 17 anni e permette di registrare brevi clip video, solitamente cantando in playback su brani rap o hip hop, e diventare quindi «famosi» (più esattamente «musers») attraverso i like dei followers. I rischi sono dati dal fatto che spesso anche i bambini, per produrre video accattivanti, assumono pose o atteggiamenti equivoci, e possono quindi essere contattati da malintenzionati. Raffo, seguito da quasi tremila followers con clip in cui canta e balla su brani in voga soprattutto tra i giovanissimi, era seguito anche da Greta e Giada che chattavano con lui attraverso il social. Così alle 4 di notte, dopo aver mandato un messaggio all’influencer avvisandolo che lo stavano raggiungendo a Napoli, le due ragazzine, che avevano avuto il permesso di dormire insieme dopo un «pigiama party», sono uscite di casa mentre gli adulti dormivano; sono salite su un autobus dell’Atac che le ha portate a Termini, da qui con Trenitalia sono arrivate a Napoli Centrale e infine, rendendosi conto che si stavano allontanando dalla meta, sono scese a Torre del Greco. 

Erano le 11 circa. Qui Giada ha avuto dei ripensamenti e ha deciso di rispondere ai genitori che tempestavano il suo cellulare raccontando tutto, mentre Greta, per paura della reazione dei suoi, ha cercato di allontanarsi correndo. Ha percorso 500 metri, poi si è seduta su una scalinata e qui due anziane del posto, Anna e Dina, vedendola scossa le hanno chiesto cosa fosse successo e le hanno offerto acqua e dolci in attesa dell’arrivo della polizia. Giunti sul posto gli agenti hanno tranquillizzato le ragazzine e le hanno portate al commissariato, fino all’arrivo dei genitori da Roma che intanto erano stati avvisati del ritrovamento. Appena arrivati i genitori hanno abbracciato le ragazzine terrorizzate dalla loro possibile reazione ed è stato contattato anche l’influencer, il quale ha dichiarato che le conosceva solo tramite il social e non sapeva della loro fuga.

«Mia figlia e la sua amica – racconta Miriam Franceschini, 53enne madre di Greta – erano a casa mia per un pigiama party. Ero tranquilla come sempre, sentivo un vociare, poi mi sono addormentata. La mattina mi sono svegliata alle 10 e non le ho trovate, prima ho cercato in zona e tra conoscenti, poi abbiamo allertato la polizia. Quando ci hanno detto che le avevano ritrovate sane e salve ci è scoppiato il cuore: abbiamo percorso in un’ora e mezza Roma-Napoli per riabbracciarle. Vogliamo ringraziare le due nonnine che non si sono voltate dall’altra parte e la polizia: sono i nostri angeli. Non comprendiamo, invece, come sui mezzi da Roma a Napoli nessuno abbia chiesto a due bimbe cosa ci facessero a quell’ora da sole. La rete di protezione deve essere totale e i social vanno usati con le dovute cautele perché il pericolo è in agguato».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA