Tony Colombo arrestato con la moglie Tina Rispoli: affari sporchi con la camorra

In carcere anche Vincenzo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro

Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli
Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli
Martedì 17 Ottobre 2023, 08:06 - Ultimo agg. 20:43
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Vincenzo Di Lauro, figlio del capoclan Paolo Di Lauro, il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, vedova del boss Gaetano Marino, sono tra le 27 persone arrestate all'alba dal Ros e dai carabinieri di Napoli nell'ambito di un'indagine della Dda (sostituti procuratori Giugliano e De Marco) sulle attività imprenditoriali e finanziarie del clan di Secondigliano. Nell'elenco spicca anche il nome di un autista che prestava servizio per la Direzione distrettuale Antimafia, già in passato sottoposto a perquisizione. 

Secondo quanto emerso dalle indagini, il clan Di Lauro investiva in società di abbigliamento e creava brand come quello denominato «Corleone». Anche la bevanda energetica «9 mm» (il cu nome richiama al calibro delle pistole), come il marchio d'abbigliamento ammiccante al mondo della criminalità organizzata, sarebbe riconducibile al clan fondato da Paolo Di Lauro, detto «Ciruzzo 'o milionario». 

In sostanza, secondo gli inquirenti, è stata messa in piedi una sorta di «Di Lauro spa», che si è prodotta in investimenti in attività ritenute meno rischiose attraverso società intestate a prestanome, oggi oggetto di sequestro, con le quali il clan gestiva, per esempio, una nota palestra, una sala scommesse e alcuni supermercati.

Anche il contrabbando di sigarette dall'est, in particolare dalla Bulgaria e dall'Ucraina, faceva parte del «core business» dei Di Lauro, con l'importazione circa una tonnellata e mezza di «bionde» che hanno rifornito i mercati illegali.

Con un investimento di mezzo milione di euro, inoltre, secondo gli investigatori, è stata messa in piedi una fabbrica di sigarette (già sequestrata) per confezionare pacchetti di sigarette con tabacco estero da vendere in Italia e all'estero. 

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Le indagini dei carabinieri del Ros, del comando provinciale di Napoli e della Dda, si sono concentrate in particolare nell'arco di tempo che va tra il 2017 e il 2021: emerse attività illecite come lo spaccio di droga, estorsioni, minacce ai familiari di un pentito e anche agli imprenditori che partecipavano alle aste giudiziarie per costringerli a desistere. Inoltre, anche grazie al supporto dei clan Licciardi e Vinella Grassi, venivano revocate le richieste estorsive agli imprenditori riconducibili alla famiglia Di Lauro 

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