Torre del Greco, ok dei creditori Deiulemar: la transazione si avvicina

Torre del Greco, ok dei creditori Deiulemar: la transazione si avvicina
di Aniello Sammarco
Venerdì 28 Gennaio 2022, 09:34 - Ultimo agg. 09:56
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Può andare avanti la trattativa per trovare un'intesa tra il trustee Bsi Corporation riconducibile alla famiglia Della Gatta e la curatela fallimentare della Deiulemar società di fatto. Il comitato dei creditori del crac che vede coinvolti in solido gli armatori della compagnia di navigazione, nella quale quasi tredicimila persone avevano investito oltre 720 milioni di euro ha infatti dato parere favorevole a proseguire la discussione che verte su una cifra di circa 70 milioni, i soldi celati dietro le cinque sigle (Fusons, Darly, Yellow Cats, Future e Bigei) sparse in più paradisi fiscali. Si è svolto ieri al tribunale di Torre Annunziata uno degli incontri importanti della nuova fase del default della Parmalat del mare, fase dedicata al tentativo di riportare nelle tasche degli obbligazionisti il maggior quantitativo di denaro rispetto a quanto investito nei bond cartastraccia emessi negli uffici di via Vittorio Veneto. Un summit voluto dai curatori Massimo Di Pietro, Giuseppe Castellano e Antonio de Notaristefani di Vastogirardi che ha visto seduti intorno ad un tavolo i tre componenti del comitato dei creditori della società di fatto (il sindaco Giovanni Palomba, l'avvocato Giuseppe Colapietro e il comitato dei creditori della Deiulemar compagnia di navigazione).

In questo scenario, la curatela non ha fatto altro che ribadire i contenuti di una missiva inviata un mese prima, nella quale si evidenziava come era necessario tenere conto della «complessità dei processi e conseguentemente il tempo prevedibilmente assai lungo per arrivare allo loro definizione, dopo il quale soltanto sarebbe ipotizzabile una liquidazione delle somme». La proposta prevede «l'offerta di cessione di quote sociali - comprensive di asset liquidabili e liquidità - corrispondenti al 70% del valore delle partecipazioni sociali, in alcuni casi totalitarie, in altri maggioritarie che, attraverso le holding partecipate dei trust, sono a questi ultimi riconducibili». Un esempio è quello di Maestrale, la cui vendita ipotizzata si fermerebbe al 99%, essendo la restante parte assegnata a una parente dei fratelli Della Gatta. Proprio su quest'aspetto il comitato dei creditori ha chiesto chiarimenti a Bsi Corporation attraverso l'intercessione della curatela fallimentare: in pratica il sì alla trattativa è condizionato alla cessione di tutta la Maestrale; alla vendita in toto degli altri trust, per poi dividere gli utili (70% al fallimento, 30% ai proprietari); alla certezza che eventuali contenziosi siano affidati alla giustizia italiana e non a quella dei Paesi dove attualmente si trovano i trust; alla sicurezza che della partita siano anche i trust presenti in Svizzera, sui quali penderebbe un provvedimento di sequestro che a breve potrebbe essere rivisto.

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Inoltre i tempi per ricevere queste risposte dovranno essere relativamente brevi: le parti infatti si sono date appuntamento a massimo dodici giorni (i tre componenti del comitato dei creditori faranno avere a stretto giro singole relazioni scritte in cui verranno riportate le richiesta da formulare alla Bsi Corporation).

Non una scadenza casuale, visto che precederà di poco il 21 febbraio, quando cioè la Corte d'Appello di Roma sarà chiamata a stabilire le pene definitive ai quattro armatori (Pasquale, Angelo e Micaela Della Gatta e Giovanna Iuliano) già condannati in Cassazione. Obiettivo, evitare che gli armatori si presentino in corte capitolina con un'intesa avviata ma non ancora siglata, utilizzandola come possibile chiave per puntare - è il pensiero dei più cattivi - a uno sconto di pena.

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