Traffico, mancanza di idonee informazioni e ricorso al Tar: è partita nel peggiore dei modi l'attività del secondo punto mobile di raccolta degli ingombranti in città, quello individuato con una specifica ordinanza dal sindaco Giovanni Palomba e da ieri entrato in funzione nell'area dove si trova il mercato ortofrutticolo di viale Sardegna. Quella stessa area finita in passato al centro di mille polemiche, prima per un sequestro disposto dalla magistratura a causa del presunto sversamento di percolato direttamente sul suolo e poi per il tira e molla politico scatenato dall'ipotesi di realizzare in quella zona una isola ecologica con tutti i crismi di legge, delibera dalla quale è scaturito una seduta di un consiglio comunale monotematico e ancora all'attenzione dell'assise che potrebbe discutere dell'argomento nella seduta in programma martedì prossimo e durante la quale Ciro Accardo prenderà il posto della dimissionaria Annalaura Guarino.
Ieri mattina i primi cittadini che si sono recati a depositare gli ingombranti, ma anche i rifiuti elettrici ed elettronici che possono essere conferiti tutti i giorni lavorativi dalle 7 alle 16, si sono trovati di fronte a scene di estrema disorganizzazione. Innanzitutto l'accesso all'area è consentito da una traversa senza nome e senza sbocco di fronte a via Lava Troia.
Ma c'è chi è andato oltre: si tratta del pool di avvocati amministrativisti che ha deciso di impugnare al Tar l'ordinanza sindacale del 13 settembre scorso, proprio quella con la quale Palomba ha disposto di istituire in viale Sardegna la postazione di raccolta degli ingombranti e delle apparecchiature elettroniche. Ricorso depositato «con richiesta di sospensione cautelare e adozione di misure presidenziali urgenti anche inaudita altera parte», stando a quanto indicato dagli avvocati Filippo Borriello e Marco Cardito, i quali, difendendo gli interessi di diversi residenti, hanno proposto un articolato ricorso, sollevando diversi punti ritenuti censurabili: «Difetto di motivazione spiegano i legali violazione di legge, difetto di istruttoria, arbitrarietà, la mancanza dei presupposti di fatto e l'insussistenza dei requisiti in punto tecnico-urbanistico, senza dimenticare l'aspetto legato alla diversa destinazione d'uso», e molto altro ancora».
Aspetti sui quali sarà adesso il tribunale amministrativo ad esprimersi. E dire che l'ordinanza firmata dal primo cittadino, dalla quale è scaturito l'iter per attivare il centro di viale Sardegna, prendeva le mosse proprio dalla necessità di migliorare il servizio, realizzando un secondo punto oltre quello della Santissima Trinità, ma allo stesso tempo scongiurare i ripetuti depositi abusivi, che colpiscono in particolare proprio via Nazionale. Non è un caso, come fanno sapere dal Comune, che prosegue «l'attività degli uffici per individuare sul territorio cittadino ulteriori punti mobili di raccolta che siano idonei alle indicazioni normative».