Il turismo estero spinge i consumi in Campania: regione al top in Italia

L’Osservatorio Confimprese-Jakala: a novembre +10,1<SC1001,37> contro la media di 1,9

Turisti
Turisti
di Valerio Iuliano
Sabato 23 Dicembre 2023, 23:30 - Ultimo agg. 24 Dicembre, 15:59
4 Minuti di Lettura

I consumi volano in Campania, mentre sono quasi fermi nel resto d’Italia. I dati dell’Osservatorio Confimprese-Jakala sull’andamento dei consumi nel mese di novembre 2023, confrontati con lo stesso mese del 2022, certificano quella che, già da qualche tempo, è una certezza consolidata. 

La Campania è la migliore regione italiana nel ribaltare la tendenza al rallentamento dei consumi, frutto della crisi economica. Salerno e Napoli sono i due capoluoghi di provincia in vetta alla graduatoria. I dati elaborati dall’associazione, relativi a ristorazione, abbigliamento- accessori e retail non food, registrano per il mese di novembre una lieve ripresa rispetto al costante peggioramento degli ultimi 6 mesi con un totale mercato che chiude a +1,9% su novembre 2022. Nel settori merceologici “altro retail” fa segnare un recupero del 3,6%. La ristorazione è in aumento del 4,4%. Mentre abbigliamento e accessori continua a registrare una flessione dello 0,9%, nonostante i 10 giorni di Black Friday. 

Tra le regioni, la migliore è la Campania con +10,1%.

L’andamento più positivo riguarda la provincia di Salerno, con 11,6%. Segue a ruota Napoli a +10,4% mentre Avellino si distacca a +4,4%. Per valutare la portata degli esiti delle vendite in Campania, è sufficiente confrontare il risultato superiore al 10 per cento, con quelli di regioni come Lombardia (+2,3%) e Lazio (+0,7%). 

«Il risultato della Campania - spiegano da Confimprese - non sorprende, in quanto è diventata da tempo una meta turistica e culturale di rilievo non solo per il turismo nostrano ma anche straniero, attirato dalle bellezze del capoluogo e delle altre città e dalle isole del golfo». Continua, dunque, il periodo positivo della Campania e, in particolare di Napoli, che già nei mesi precedenti aveva fatto segnare notevoli exploit. 

Basti pensare che a settembre in tutta Italia i consumi erano calati rispetto al mese di agosto. Il dato della Campania era in parità. Solo Napoli aveva fatto segnare un +7,5 per cento, frutto dello straordinario boom del turismo e del conseguente incremento dei consumi in tutte le categorie, con la ristorazione al top ma con buoni risultati anche negli altri settori merceologici. Il turismo determina sempre consumi elevatissimi in città e nelle altre località turistiche della provincia. Quelli di Napoli sono risultati in continua ascesa e a novembre si è aggiunta anche la notevole performance di Salerno, trainata dal capoluogo e dalle tradizionali mete turistiche della costiera Amalfitana e del Cilento. 

Napoli è in controtendenza con il resto d’Italia anche per un altro aspetto. Agli elevatissimi consumi corrispondono alti tassi di inflazione. Da un lato i consumi, dall’altro il caro-prezzi. Napoli figura al settimo posto per l’inflazione in Italia (+1,7% a novembre). Un dato anche questo in controtendenza, come emerge dal confronto con l’inflazione media nazionale dello 0,7 per cento e soprattutto da quello con le grandi città (Roma 0,6% e Milano 1,1%). L’inflazione a Napoli si traduce, secondo l’Unione nazionale consumatori, in un rincaro annuo per un nucleo familiare medio di 2 persone di 344 euro. La Campania è la quinta regione più “rincarosa” con un’inflazione tendenziale a quota +1,3 per cento, che si traduce in un rincaro annuo per famiglia di 248 euro. 

L’andamento dei consumi mostra quindi un leggero progresso a novembre e marca una differenza rispetto al mese di ottobre, che aveva dato segnali di decrescita preoccupante (-3,8%). «Si tratta di un timido, e speriamo non temporaneo, segno di rallentamento - sottolinea Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese - del trend di costante peggioramento che ha caratterizzato gli ultimi 6 mesi. La crescita è in parte dovuta anche al Black Friday che quest’anno è diventato un “black days” durato almeno 10 giorni e ha permesso ai consumatori di concentrarsi sull’acquisto di beni non di prima necessità. Sul progressivo anno (gennaio-novembre 2023 rispetto al gennazio-novembre 2022) si conferma una situazione di moderata crescita del totale mercato sull’anno precedente pari a +4,4%, principalmente motivata dall’effetto inflattivo dei prezzi e dalla partenza lenta del 2022 dovuta alla coda pandemica». 

Video

Il mercato dei consumi non ha ancora recuperato i livelli pre-covid. Il totale delle vendite segna per il 2023 -3,9%, rispetto al 2019. Confimprese evidenzia una forte disomogeneità tra i vari settori di attività con la ristorazione a +9,1% rispetto al 2022, «l’altro retail praticamente stabile (+0,2%) ma con forte volatilità tra settori merceologici e servizi». Fanalino di coda abbigliamento-accessori che rimane ben lontano dai livelli del 2019 a -8,9% e in linea con il 2022 a +2,5%. Nei canali di vendita si segnala la forte crescita dell’online  a +7,9% con risultati particolarmente positivi delle vendite e-commerce di capi di abbigliamento. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA