Usura a Napoli, effetto Covid: «Impennata di casi ma poche denunce»

Usura a Napoli, effetto Covid: «Impennata di casi ma poche denunce»
di Giuliana Covella
Domenica 17 Ottobre 2021, 12:00 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 07:16
4 Minuti di Lettura

«Prevenzione è capire soprattutto che l'usura è conseguenza di un sistema malato». A indicare la priorità per contrastare fenomeni come racket e usura, nella cui morsa durante l'emergenza sanitaria sono finite tante famiglie e imprese, è stato l'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia, introducendo i lavori del convegno nazionale Prevenzione del sovraindebitamento e dell'usura e solidarietà alle vittime: è tempo di osare, promosso dalla Consulta nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II. Imprenditori taglieggiati, vessati da boom di richieste soprattutto per i lavori del bonus casa, padri di famiglia costretti a ricorrere agli strozzini per far quadrare il bilancio. Una fotografia allarmante, come anticipato ieri dal Mattino, emersa durante il convegno a Santa Chiara. «Nel 2020 sono state istruite 663 posizioni ed erogati oltre 17 milioni di euro per le vittime. La pandemia ha esasperato problemi che c'erano già prima - dichiara Luciano Gualzetti, presidente della Consulta - abbiamo registrato un aumento dei poveri e dell'indebitamento, ma il numero delle denunce è ancora troppo basso». «Chi ha imboccato la scorciatoia del prestito incamminandosi su una strada maledetta che ti riduce a brandelli, ha venduto l'anima al diavolo», ha ribadito l'arcivescovo aggiungendo che il contrasto all'usura «è una questione di libertà». 

Famiglie e imprese le categorie più colpite da racket e usura. Secondo i dati nel 2020 sono stati 5.065 gli ascolti, 663 le posizioni istruite e 17.261.362 euro le risorse erogate. «Numerose attività si sono interrotte durante il Covid - spiega Gualzetti - e molte lavorando in nero non hanno potuto accedere ai ristori. Questo ha fatto sì che chi mette in circolazione denaro facile chiedesse poi tassi altissimi di interesse, puntando a controllare il territorio attraverso il welfare criminale che crea dipendenza e riconoscenza». In campo anche la Fondazione San Giuseppe Moscati di Napoli: «Dal dicembre 2020 abbiamo alleviato le sofferenze di tante vittime - ricorda il presidente Umberto Scarano - ma nello stesso anno sono state 138 le pratiche archiviate perché prive di fonti di rimborso (perdita del lavoro), sovraindebitamento, mancanza di co-obbligazioni familiari». «In Italia andrebbero riviste tante cose.

Ma non mi pare che sia un momento felice per parlare di riforme sul piano penale, processuale o detentivo considerata la riforma Cartabia».

A dirlo il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, in merito alla necessità di mettere mano alla legislazione in materia di usura. «Bisogna spiegare ai commercianti che è meglio fallire che rivolgersi agli usurai. Dall'usura non si esce, è come la droga: una dipendenza. Non bisogna pensare che sia una scorciatoia, se le banche e le finanziarie non prestano soldi, se i parenti hanno chiuso i rubinetti vuol dire che tutti si sono resi conto che non ci sono più margini sul piano imprenditoriale per quell'attività».

Video

A invocare modifiche alla legge 108 è Antonella Sciarono Alibrandi, pro rettore dell'Università Cattolica di Milano: «Ha 25 anni e bisogna rivederla nei fondi di solidarietà e prevenzione. Il primo è pensato a beneficio esclusivo di imprenditori e soggetti che esercitano attività economiche, ma non possono ricorrervi famiglie e consumatori che sono molto esposti al rischio. Il secondo meriterebbe poi maggiori risorse». Consulente della Consulta dal '96 è il sociologo Maurizio Fiasco, che rimarca: «laddove c'è un vuoto reale di controlli e di idee, è evidente che le procedure siano esposte a un rischio serio di infiltrazioni perché non c'è una governance istituzionale». Al convegno anche il sindaco Gaetano Manfredi, che ha sottolineato la necessità di «mettere in campo iniziative che siano una specie di cintura di sicurezza. Sosterremo il lavoro della consulta - ha aggiunto - per una politica condivisa dalle istituzioni per fare in modo che si guardi ai bisogni dei singoli e delle comunità. La pandemia ha aggravato la situazione. Tanti si sono trovati senza sostegno dello Stato e costretti a muoversi verso forme di usura rappresentate dalla criminalità organizzata. Questa è una sconfitta per l'economia sana della città». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA