«Vaccini, hub inutili e troppi errori,
​adesso serve una rivoluzione»

«Vaccini, hub inutili e troppi errori, adesso serve una rivoluzione»
di Ettore Mautone
Lunedì 21 Giugno 2021, 09:38 - Ultimo agg. 22 Giugno, 08:03
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Grandi centri vaccinali disertati a Napoli, in particolare negli ultimi giorni: la percentuale di presenze tra i convocati per la somministrazione delle prime dosi di AstraZeneca, negli over 60, è scesa sotto il 10 per cento. Va appena un po' meglio con Pfizer e per le seconde dosi, in questo caso sia con Pfizer sia con Astra; mentre l'adesione al mix di vaccini resta al palo. Di questo passo il completamento della campagna vaccinale diventa un'impresa ardua. E una vasta platea (circa 350mila residenti) a Napoli non si è mai fatta avanti per prenotarsi in piattaforma. Inoltre, sono circa 70mila le persone nella fascia di popolazione più vulnerabile e con più di 60 anni che, da ottobre, quando il vantaggio stagionale farà posto ai rigori autunnali, potrebbe essere colpita dal Covid. «Siamo arrivati alla crisi totale», avverte Pina Tommasielli, medico di famiglia, componente dell'unità di crisi regionale, che aggiunge: «Le concause le conosciamo».

Quali sono?
«La comunicazione confusa e contraddittoria del Comitato tecnico scientifico, il caso drammatico della giovane Camilla, il calo di fiducia sceso ai minimi storici.

Siamo in zona bianca, il calo di tensione è totale e la bella stagione fa diminuire comunque la pressione sui servizi sanitari e così si perde il contatto con il rischio».

Sulla sua categoria ricade la richiesta di una presa in carico dei pazienti che fuggono dai vaccini. Sarete capaci di farlo?
«Il calo di fiducia si sente ed è evidente, non sarà facile anche per noi riprendere questa campagna vaccinale».

Cosa è necessario fare?
«Accelerare l'accantonamento del supermercato del vaccino. È tempo di superare l'organizzazione in grandi centri da 5-10 mila vaccinazioni al giorno e recuperare il rapporto uno a uno, medico-paziente, fondato sulla fiducia».

Qual è il vantaggio?
«Consente a chi ha dubbi, paure e anche sintomi dopo la vaccinazione, di sapere a chi rivolgersi e cosa fare. Anche la raccolta della storia clinica fatta su un anonimo modulo online deve essere ricondotta al tempo necessario per approfondimenti clinici mirati e appropriati».

In che senso appropriati?
«Assistiamo a centinaia di richieste di esami del sangue, di valutazione degli indici della coagulazione. Profili coagulativi che nulla c'entrano con gli eventi avversi rari che comportano soprattutto i vaccini a vettore virale che invece attengono alla trombofilia e sostanzialmente alla conta delle piastrine. Il meccanismo con cui si innescano queste trombosi identifica soprattutto nelle donne in età fertile e che fanno uso di ormoni e anticoncezionali i maggiori livelli di rischio. Io, come medico, ho escluso sin dall'inizio l'uso di Astra e Johnson in questa categoria. Un esempio di medicina di genere».

La medicina del territorio può bastare?
«Il paziente va dal medico o dal farmacista perché si fida. Bene ha fatto Draghi a dire dovete fidarvi del vostro medico e a dire che anche il mix si può fare e AstraZeneca come seconda dose anche prima dei 60 anni ma sempre a giudizio del medico. Il vero problema è che il medico, oggi, pur volendo dare fondo a questo rapporto di fiducia secondo scienza e coscienza non ha molto conforto dalla scienza».

E quindi?
«Quindi noi conosciamo i pazienti, valutiamo, e prendiamo in carico il paziente prima, durante e dopo la vaccinazione. Gli eventuali eventi avversi si possono trattare».

Come?
«Con cortisone e immunoglobuline. Bisogna conoscere però l'anamnesi accurata del paziente. Tanti giovani e anche anziani non sanno neppure le patologie che hanno e i farmaci che prendono. Lo studio con esami va fatto sul versante delle piastrine e non della coagulazione. Tutto quello che sta accadendo oggi con i vaccini va gestito e lo si può fare solo nello studio dei medici di famiglia o anche in farmacia. Negli hub la gente non ci va più. Ognuno di noi dovrà richiamare uno a uno chi tra i 1500 assistiti non si è vaccinato e valutare insieme il da farsi».

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